​Napoli capitale Unesco: «Studiamo le sfide future»

Per tre giorni gli esperti di 194 nazioni si confrontano sul patrimonio culturale

Piazza Plebiscito
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Paolo Barbutodi Paolo Barbuto
Lunedì 27 Novembre 2023, 00:02 - Ultimo agg. 18:30
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La gestione del patrimonio culturale non può essere immobile: è un’attività in continua evoluzione, capace di modifiche improvvise, bisognosa di attenzione spasmodica. Qual è lo stato dell’arte della gestione del patrimonio culturale al giorno d’oggi? Quali sono le sfide che attendono il settore? Qual è la modalità per affrontare il domani senza farsi trovare impreparati? Ne discuteranno da stamattina, per tre giorni, i rappresentanti dei 194 Paesi membri dell’Unesco nel corso di un vertice che prenderà il via a Palazzo Reale e trasformerà Napoli, fino a mercoledì, nella capitale virtuale del patrimonio mondiale dell’Unesco.

L’evento napoletano dal titolo diretto “Cultural Heritage in the 21st Century” (Il patrimonio culturale nel ventunesimo secolo) è promosso dall’Unesco; la sede italiana è stata fortemente voluta dal vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, e dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e organizzata dai due ministeri con il contributo del Comune di Napoli. 

La manifestazione prenderà il via questa mattina alle 10 e sarà inaugurata da un messaggio di saluto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. In sala ci saranno il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, il viceministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Edmondo Cirielli, il direttore aggiunto dell’Unesco Ernesto Ottone Ramirez e il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi

Sul tavolo, nel corso di tre giorni intensi, tutti i temi che tengono in ansia il mondo della tutela del patrimonio culturale mondiale, dai cambiamenti climatici alla gentrificazione, dall’eccessiva antropizzazione dei luoghi fino a qualche anno fa ancora “vergini”, al sovraffollamento che non travolge solo le città d’arte ma anche lontani paradisi naturali che sono stati scoperti dal turismo di massa.

Insomma, l’Unesco si convoca per riscrivere il futuro e chiede il contributo attivo di dei rappresentanti ed esperti di tutti i 194 Stati membri dell’organizzazione delle Nazioni Unite per predisporre azioni univoche rispetto alle nuove sfide che dovranno affrontare i patrimoni mondiali “fisici” e “immateriali”.

Napoli è stata scelta perché «c’è un’antica sintesi tra materialità del patrimonio, dai grandi musei alle chiese, e l’immaterialità non meno tangibile di grandi tradizioni culturali - ha detto il ministro Sangiuliano in un’intervista rilasciata al “Sole 24 ore” - Il rapporto tra patrimonio materiale e immateriale è fondamentale, basato su una simbiosi continua». Nella stessa intervista, il ministro ha ricordato che «tra poco otterremo dall’Unesco l’iscrizione dell’Arte del Canto lirico italiano nel patrimonio immateriale. Così come siamo fiduciosi di ottenere l’iscrizione della cucina italiana che, nonostante la rilevanza mondiale, non è ancora iscritta nel patrimonio immateriale. È una iniziativa nella quale sto affiancando con decisione il collega Francesco Lollobrigida».

 

In questi tre giorni l’Italia porrà al centro dell’agenda Unesco le più urgenti questioni, quali ad esempio il sovraffollamento di alcuni luoghi turistici con la conseguente necessità di regolare i flussi dei visitatori, ha spiegato alla vigilia il ministro Sangiuliano: «Importanti saranno anche i temi del traffico internazionale illecito di opere d’arte, a cui l’Italia è particolarmente sensibile; dei cambiamenti climatici e del loro impatto sui beni culturali, della tutela del paesaggio, dell’antropizzazione. Siamo sicuri che arriveremo a un documento comune che impegni le nazioni aderenti all’Unesco ad atti consequenziali nell’ambito della cornice che insieme, in un dialogo democratico, civile e garbato, andremo a definire. L’Italia ha molto da dire al riguardo, se non altro perché è tra le prime nazioni al mondo ad aver posto tra i principi fondamentali della propria Costituzione la tutela del patrimonio culturale». 

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Saranno la direttrice generale dell’Unesco, Audrey Azoulay, e i ministri Tajani e Sangiuliano a chiudere la Conferenza, mercoledì pomeriggio, con l’adozione di una Call of Action, un documento programmatico contenente una lista di raccomandazioni e buone pratiche rivolta agli Stati membri per una più efficiente tutela del patrimonio, elaborato sulla base delle proposte degli esperti riuniti a Napoli.

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