Teatro San Carlo di Napoli, Manfredi accelera su Fuortes: «Presto la decisione»

Il 26 luglio c’è il consiglio di indirizzo, il sindaco sempre più convinto: incarico all’ex ad Rai

Carlo Fuortes
Carlo Fuortes
di Giovanni Chianelli
Mercoledì 19 Luglio 2023, 23:45 - Ultimo agg. 20 Luglio, 19:31
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Come spesso succede, dopo un periodo di apparente stasi, tutto inizia a muoversi velocemente. Parliamo del San Carlo, il cui futuro, in questi giorni di caldo asfissiante e di necessaria immobilità, inizia invece a delinearsi. O meglio, visto che in qualche modo era già stato delineato, inizia a concretizzarsi, ad uscire dalla fase del chiacchiericcio.

È stato, infatti, il prossimo consiglio di indirizzo del teatro, la data è mercoledì 26: il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, che è presidente del cdi, proporrà un nome per il ruolo di sovrintendente dato che da inizio giugno il lirico manca di una guida, dopo la decadenza dalla nomina di Stephane Lissner. Come ormai si dice da tempo, con ogni probabilità il nome suggerito da Manfredi sarà quello di Carlo Fuortes: è nelle intenzioni del sindaco risolvere la questione nei tempi giusti e secondo i ben informati non ci sarebbero più ostacoli a far cadere la scelta sull’ex amministratore delegato della Rai.

«Avevo promesso che entro luglio avremmo iniziato a dare una risposta al nodo sovrintendente e abbiamo convocato il consiglio il 26 con l’obiettivo di trovare velocemente una soluzione», ha detto il primo cittadino. Una soluzione che deve cercare di trovare l’unanimità, specialmente delle istituzioni coinvolte più da vicino: su tutte il ministero della Cultura, che potrebbe convergere sull’ex amministratore delegato della Rai (e prima dell’Opera di Roma) e la Regione Campania: il governatore De Luca non ha mai nascosto di gradire poco Stephane Lissner, il sovrintendente venuto dalla Francia e pensionato dal governo che un decreto che lui contesta come «ad personam», sino ad adire alle vie legali. 

La causa sta facendo il suo corso ed avrà i suoi tempi, ma il San Carlo non può restare acefalo.

Così Manfredi, rispettando il percorso che si era dato, accelera sulla nomina del successore di Lissner e punta decisamente su Fuortes, manager cultura di esperienza e di rapporti, che ha lasciato Viale Mazzini di fronte al nuovo corso meloniano apparentemente bocciando la proposta napoletana, ma...Di fronte ad una richiesta unanime è molto probabile che accetti l’invito, si faccia pregare solo un po’. 

A Palazzo San Giacomo sono consapevoli che non ci sono molti nomi liberi all’altezza della sua figura, almeno non tra gli italiani e, di questi tempi, cercare un nuovo direttore straniero avrebbe fatto alzare il tono della polemica politica con il centrodestra identitario al governo, con il rischio che ne pagassero il filo il teatro, i suoi dipendenti ed il suo pubblico. A Fuortes potrebbe essere assegnato il compito di riallacciare i rapporti con eccellenze assolute come Riccardo Muti e Roberto De Simone, confermare le altre professionalità apicali del San Carlo in modo da continuare su una strada che sta dando buoni risultati, ma anche innestare energie nuove, magari non prendendo su di sè, come fatto dal manager francese, anche il ruolo di direttore artistico. 

Ma ragionare su questo ora è ancora prematuro. L’importante per adesso è che il San Carlo ritrovi una guida: l’estate passa in fretta, la prossima stagione è alle porte e si presenta con una programmazione di livello altissimo, tutta disegnata da Lissner. Fuortes avrà tutto il tempo di immaginare il «suo» San Carlo dall’annata 2024-2025: sarà di taglio diverso di quelli più recenti, un cartellone che si concentrerà più sui registi, a lui cari, da Damiano Michieletto a Davide Livermoor, rispetto ai divi del belcanto che Lissner ha (ri)portato a Napoli, per la gioia di un pubblico sempre più internazionale. 

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Intanto, nonostante le vacanze alle porte, in teatro si continua a lavorare, dopo il ritorno delle maestranze coinvolte nell’allestimento dell’«Otello» in forma semiscenica al festival di Aix en Provence. Nonostante il forfait per problemi di salute del divo Jonas Kufmann, per la stampa francese è stato un trionfo, a partire dalla voce di Arsen Soghomonyan, che «ha suscitato scalpore nel ruolo del titolo», come scrive Irma Folletti sul sito specializzato «Bachtrack»: «Il tenore armeno è anche un ex baritono», e, in quanto tale, «il timbro è particolarmente scuro nel mezzo e gli permette di raggiungere le note più basse in voce piena, come raramente si sente».

Più sfumato il giudizio sulla protagonista: «Desdemona è il soprano Maria Agresta, con una bella luminosità nella parte superiore del registro, che ci fa dimenticare il minor fascino di alcune note nella gamma medio-bassa». «Terzo protagonista, Iago di Ludovic Tézier vince i voti, in una performance di attacco finale mozzafiato», infine, sempre secondo la Folletti, che non sembra particolarmente interessata, invece, alla prestazione dell’orchestra.

Ieri mattina, all’inaugurazione del museo Caruso a Palazzo Reale, il sindaco Manfredi e il ministro Sangiuliano si sono nuovamente incontrati, ribadendo una collaborazione ed una sintonia istituzionale, ma non solo. A due passi dal San Carlo avranno discusso anche del futuro del teatro più bello del mondo?.

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