L'Unesco a Napoli, Sangiuliano: «Cultura e turismo, saremo una vetrina internazionale»

Il ministro della Cultura: da Napoli un documento contro il traffico di opere d’arte e il rischio over tourism

Il ministro Sangiuliano
Il ministro Sangiuliano
di L​orenzo Calò
Venerdì 3 Novembre 2023, 23:30 - Ultimo agg. 4 Novembre, 18:03
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Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, possiamo parlare di un “Napolicentrismo” culturale nelle scelte strategiche del governo?
«La Conferenza Unesco, che porterà a Napoli delegati ed esperti dei 194 Stati membri, è già di per sé è un fatto straordinario. Verranno anche molti ministri della cultura. È una grande occasione per Napoli, fortemente voluta da me e dal ministro Tajani. Napoli è già una grande capitale culturale mondiale: questa sarà una ulteriore vetrina per affermare la sua bellezza, quando si discuterà di grandi temi universali legati alla cultura. Poi, il ministero della Cultura in particolare è fortemente impegnato per Napoli». 

Con quali interventi?
«Lunedì, insieme con il sindaco Manfredi, apriremo il cantiere di Palazzo Fuga, in piazza Carlo III, altre cose sono già realtà: stiamo completando il grande restauro dei Girolamini, alla villa Floridiana si sta lavorando, sono nati i Musei Nazionali del Vomero.

E potrei continuare in un lungo elenco di interventi piccoli e grandi a favore di questo scrigno di cultura che è Napoli. La conferenza Unesco è una sottolineatura di tutto ciò».

Su quali tematiche punterete?
«In quei tre giorni l’Italia porrà al centro dell’agenda Unesco nuove questioni, quali ad esempio il sovraffollamento di alcuni luoghi turistici con la conseguente necessità di regolare i flussi dei visitatori». 

Ecco: oggi si parla molto di over tourism e anche Napoli rischia di patire questo assalto indiscriminato che potrebbe mettere a repentaglio anche la stessa salvaguardia del patrimonio culturale. È così?
«L’over tourism è un fenomeno che va studiato con attenzione, rispetto al quale occorre ragionare per trovare soluzioni globali. Affligge non solo le nostre città. Già noi stiamo lavorando per portare flussi del turismo in località meno note ma parimenti belle e ricche di patrimonio della nostra nazione». Video

Come valuta l’aspetto ricettivo e logistico della città?
«Napoli ha certamente tutti i requisiti dal punto di vista logistico per ospitare un evento internazionale di tale portata; ha ricettività alberghiera di qualità e ottimo livello, ha l’aeroporto».

L’altro punto focale della Convention Unesco di fine novembre?
«Sarà costituito dai temi del traffico internazionale illecito di opere d’arte, a cui l’Italia è particolarmente sensibile; dei cambiamenti climatici e del loro impatto sui beni culturali; della tutela del paesaggio che, citando Benedetto Croce, “è il volto amato della Patria”. Siamo sicuri che arriveremo a un documento comune che impegni le nazioni aderenti all’Unesco ad atti consequenziali nell’ambito della cornice che insieme, in un dialogo democratico, civile e garbato, andremo a definire. L’Italia ha molto da dire al riguardo se non altro perché è tra le prime nazioni al mondo ad aver posto tra i principi fondamentali della propria Costituzione la tutela del patrimonio culturale».

A parte il discorso sul patrimonio immateriale, cosa vuol dire, per l’Italia, annoverare siti inseriti nella lista Unesco?
«Vuol dire porre maggiore vigilanza e attenzione alla tutela di quel determinato bene. Giuridicamente l’Unesco pone determinati vincoli rafforzati per la tutela e la valorizzazione e questo dunque presuppone una maggiore attenzione». 

L’Italia detiene un patrimonio culturale e artistico immenso, ma anche molto esposto, la cui conservazione rappresenta quindi un elemento dirimente...
«Ed è per questo che i nostri sforzi e i nostri obiettivi puntano a disporre di risorse adeguate, già nella manovra di bilancio, per la manutenzione ordinaria dei siti. Questo ci consentirà di effettuare una programmazione attenta e puntuale nei tempi di intervento e di operare, rispetto alla tutela dei nostri beni culturali, prima che si possano palesare eventuali problemi. E non a posteriori. Ma c’è anche un ulteriore aspetto da evidenziare».

Quale?
«Se la si confronta con quella delle istituzioni museali all’estero, va detto che la qualità di nostri musei è enormemente cresciuta. Di più: una delle richieste che maggiormente mi arrivano riguarda la disponibilità dei nostri esperti in tecniche di restauro, per esempio, apprezzati in tutto il mondo. Segno questo del grande credito che eccellenze e professionalità italiane godono nel settore dei beni culturali, oltre all’eccellenza dei carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale, già riconosciuta a livello mondiale».

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