Agricoltura, Coldiretti scommette sulla ricerca: «Ma la politica deve concretizzare»

L’affondo di De Luca all’assemblea degli agricoltori campani: «Il governo sta strangolando il Sud»

Agricoltura, Coldiretti scommette sulla ricerca: «Ma la politica deve concretizzare»
di Alessio Liberini
Mercoledì 25 Ottobre 2023, 18:34
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Tra ripresa post Covid e prospettive future la parola d'ordine è cooperazione. «Agricoltori e mondo universitario in sinergia per affrontare le sfide del settore». È questo il focus messo sotto la lente di ingrandimento nel corso dell’assemblea elettiva regionale di Coldiretti, riunta oggi a Napoli nell’Aula Magna della sede federiciana di via Partenope.

Un’occasione per fotografare lo stato dell’arte di un settore trainante per la Campania e l’intero Mezzogiorno. Se nel dopo pandemia le eccellenze del territorio stanno registrando un vero e proprio «boom di esportazioni all’estero», restano ancora tante criticità legate alla proficua filiera agroalimentare campana. Ad allarmare maggiormente gli agricoltori, su tutti, spicca la significativa mancanza di mano d’opera, sempre più difficile da reperire, e il costante spopolamento delle aree interne della Regione.

A cui si aggiunge poi la spada di Damocle rappresentata dall’enorme accrescimento dei costi di produzione. 

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«Un problema fondamentale» lo definisce il neoeletto presidente regionale di Coldiretti Campania, Ettore Bellelli. «Per noi – chiarisce - è importante il rapporto con le Università, perché crediamo che la scienza possa dare un supporto alla risoluzione delle nostre problematiche. Abbiamo presentato una serie di contratti di filiera, all'interno dei quali abbiamo sempre voluto come partner l'Università. Ma la politica, invece, deve concretizzare, dal punto di vista economico, quelle che sono le nostre richieste sulle problematiche».

A mettere nero su bianco le difficoltà del comparto, puntando il dito contro le centralizzazioni portate avanti dall’esecutivo in diversi campi, è lo stesso governatore della Campania, Vincenzo De Luca, presente all’assemblea elettiva insieme all’assessore all’Agricoltura di Palazzo Santa Lucia, Nicola Caputo e il rettore dell’Università Federico II di Napoli, Matteo Lorito. «Il governo Meloni sta strangolando il Sud – attacca l’ex sindaco di Salerno – ovviamente anche l'agricoltura sconta uno dei punti di criticità fondamentali del nostro Paese: la palude burocratico amministrativa».

«A conferma di ciò – ironizza il governatore - c'è perfino il titolo del dicastero. Una volta si chiamava semplicemente ministero dell'Agricoltura, adesso ho dovuto imparare anche io il nuovo acronimo, ministero dell'agricoltura e della sovranità alimentare e di un'altra cosa che non mi ricordo neanche. Siamo veramente alla stupidità assoluta».

«Hanno centralizzato anche i programmi agricoli – denuncia De Luca - tutto è centralizzato al ministero e le Regioni sono ente intermedio, altra scelta demenziale che aggiunge burocratismo e centralizza ulteriormente la spesa del nostro paese. Questi, mi riferisco a Fratelli d'Italia, pensano di governare l'Italia dagli uffici impaludati della burocrazia di Roma, pensando di fare clientela politica da Roma. Fratelli d'Italia cerca di centralizzare tutto immaginando così di poter fare clientela politica con l'uso delle risorse pubbliche. Il risultato sarà che l'Italia affonda nella palude burocratica. E come capita per i Fondi sviluppo e coesione, dopo un anno e due mesi non abbiamo investito nell'economia reale neanche un euro, un delitto consumato sulla pelle del Mezzogiorno d'Italia».

Chi invece sul territorio investe è sicuramente la stessa associazione di rappresentanza e assistenza dell'agricoltura italiana che, guardando ai prossimi dieci anni, sta già elaborando una virtuosa connessione con il mondo della ricerca e dell’Università attraverso un approccio “One Health”.

«Uno dei nostri obiettivi, come forza sociale – ricorda Salvatore Loffreda, direttore generale Coldiretti Campania - è quello di creare un rapporto fra il mondo agricolo e l'Università. In questa assemblea affrontiamo i problemi delle aree interne, non tralasciando quelli delle zone che riescono ad essere ancora competitive». Per il rettore federiciano, Matteo Lorito, si tratta difatti di «sfide antiche declinate in maniera moderna: sono molti anni che facciamo sinergia ma adesso abbiamo una grande opportunità rappresentata dal finanziamento del ecosistema Agritech che include il meglio della ricerca nazionale nel settore dell’agricoltura e Coldiretti, in tal senso, è uno strumento molto importante». Proprio negli scorsi giorni è partita, infatti, la nuova stagione di internazionalizzazione della Federico II, grazie all’importante accordo siglato tra l’ateneo napoletano e la Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO). Intesa che a breve si estenderà anche ad Agritech, il Centro Nazionale per le Tecnologie dell’Agricoltura coordinato dalla Federico II.

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