App Immuni e trasporti, l'Asmel al governo: «Più spazio ai sindaci»

App Immuni e trasporti, la protesta dell'Asmel
App Immuni e trasporti, la protesta dell'Asmel
Mercoledì 28 Ottobre 2020, 17:10 - Ultimo agg. 22:22
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Gli ultimi provvedimenti del governo non intervengono «sulla principale fonte di contagio, i trasporti pubblici, sui quali la gente viaggia stipata come sardine; con quanta credibilità vengono poi chiesti sacrifici tanto pesanti in nome del distanziamento sociale?». È quanto afferma l'Asmel (l'Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali) che evidenzia anche «il fallimento del tracciamento dei contagi». 

Asmel propone di coinvolgere i sindaci «che rappresentano, nel proprio territorio, la massima autorità sanitaria e di protezione civile» ; per l'organizzazione, che ne associa oltre il 40% in tutta Italia, è indispensabile coinvolgere i Comuni «per scongiurare il rischio che dopo i trenta giorni di validità del decreto si sia costretti a chiudere tutto». «L'emergenza - afferma Francesco Pinto, segretario generale dell'Asmel - sta portando al collasso sia le Regioni che le Asl. Mai come in questo momento, è necessario mettere in campo tutte le risorse, anzi anche di più, prima che la saturazione dei posti nelle rianimazioni determini scelte radicali e definitive.

L'esperienza insegna che i Comuni riescono ad essere catalizzatori di impegno ed energie come nessun'altra istituzione riesce a fare. Tutti noi ricordiamo e sappiamo bene che nelle emergenze, sindaci e amministratori hanno saputo aggregare volontari e coordinarsi con la Protezione civile».

Nei giorni scorsi, diversamente dalle posizioni adottate da Anci, Asmel ha molto criticato le decisioni del governo. In particolare, due sono le attività che i Comuni dovrebbero e potrebbero assicurare: la gestione dell’app Immuni e l’intervento per una maggiore sicurezza nel settore del trasporto pubblico. «Le Asl non riescono ad aggiornare l’inserimento dei dati ed il sistema dei trasporti pubblici ha evidenziato tutte le sue criticità, ammassando le persone come carri bestiame, determinando così condizioni di rischio altissimo», chiarisce Pinto. 

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