De Luca in piazza contro l'autonomia, il centrodestra attacca: «Utilizza loghi di Anci e Regione Campania»

Fuoco di fila del centrodestra contro il governatore della Campania

Vincenzo De Luca
Vincenzo De Luca
di Lorenzo Calò
Sabato 10 Febbraio 2024, 08:00 - Ultimo agg. 11 Febbraio, 09:27
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La manifestazione ispirata dal presidente della Campania Vincenzo De Luca «contro l'autonomia differenziata e contro il blocco del Fondo sviluppo e coesione» ha innescato una polemica feroce che investe le istituzioni (la Regione in quanto ente e l'Anci, l'Associazione dei Comuni che è un soggetto istituzionale terzo), i partiti e il rapporto tra governo centrale e poteri locali. Da un lato la battaglia di De Luca che nei giorni scorsi ha parlato addirittura di «lotta armata» (affermazioni per altro mai smentite né stigmatizzate dal Pd), dall'altro il fuoco di fila del centrodestra che ha attaccato il governatore della Campania e ha chiesto che simboli istituzionali, come il logo della Regione Campania e quello dell'Anci, siano tenuti fuori «da uno scontro puramente politico». Ecco perché i capigruppo del centrodestra in Consiglio regionale, Amente, Caldoro, Nappi e Petitto, hanno ufficialmente scritto al presidente dell'assemblea, il pd Gennaro Oliviero, per «una pronuncia di dissenso delle condotte recentemente assunte dal presidente della giunta e la sospensione dell'utilizzo improprio del logo della Regione Campania per iniziative di carattere politico contro il governo nazionale». Il tempo però stringe: la manifestazione è in programma venerdì 16, il Consiglio regionale è convocato per mercoledì 14 ma - chiarisce Oliviero - le mozioni vanno prima vagliate in conferenza dei capigruppo». Lo stesso presidente del Consiglio regionale è attivamente impegnato a portare adepti all'evento di Roma: «Ho già riempito un pullman di sindaci, consiglieri e assessori comunali», annuncia. 

Ma da Fdi e Lega è partito un fuoco di sbarramento a investire il presidente della Regione e il numero uno dell'Anci in Campania, il sindaco di Caserta Carlo Marino, anche lui del Pd. A far divampare la polemica il commissario regionale dei meloniani Antonio Iannone che ha parlato di «barbarie dell'uso politico delle istituzioni. De Luca non può permettersi di usare il logo della Regione per una guerra politica personale in cui tenta solo di coprire i suoi fallimenti di nove anni di amministrazione. Lo stesso presidente Anci Decaro dovrebbe intervenire per fermare questo sconcio dell'uso politico dell'associazione dei Comuni ridotta a comitato elettorale di De Luca. Le istituzioni appartengono ai cittadini e non ai partiti». Decaro, sindaco Dem di Bari, si è limitato a dire che «sull'autonomia ognuno è libero di dare opinioni né posso dare consigli a un presidente di Regione», esprimendosi poi in termini elogiativi sull'ok al terzo mandato per i sindaci (riforma, paradossalmente, voluta dal centrodestra) mentre sul sito ufficiale dell'Anci Campania l'homepage è aperta proprio dalla mobilitazione «deluchiana» di venerdì prossimo. A rincarare la dose il deputato della Lega Gianpiero Zinzi che prima ha infilzato De Luca sulla gestione della sanità «con più di 3mila pazienti oncologici campani che ricevono cure fuori regione o il poco invidiabile record per mortalità evitabile di donne e uomini: un fallimento su tutta la linea del Pd»; poi ha lanciato strali sul governatore «ormai isolato in una battaglia politica che non ha il coraggio di condurre con i simboli di partito ma vuole trascinare i sindaci con sé nel suo stesso baratro. La verità è che De Luca ha isolato e indebolito la Campania nei rapporti con il governo ed è grave che Marino si comporti come il presidente di una partecipata nominata da De Luca e non come il rappresentante di oltre 500 sindaci campani». A dare man forte anche gli interventi dei parlamentari Cangiano, Cerreto, Petrenga, Rastrelli, Schiano, Vietri per Fdi e di Bicchielli per Noi Moderati. Per la Lega, accuse anche da Cantalamessa mentre dal fronte di governo il viceministro Edmondo Cirielli ha fatto intervenire il suo capo segreteria Alberico Gambino, pronto a scendere in campo per le Europee con Fdi. 

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«Pur essendo abbastanza abituati alle stravaganze verbali del governatore della Campania, riteniamo inconcepibile che la presidenza regionale dell'Associazione nazionale dei comuni, si accodi supinamente a un guitto che definisce “malati di mente” esponenti di governo tra cui lo stesso presidente del Consiglio», hanno dichiarato in una nota Pierluigi Biondi, responsabile del Dipartimento Autonomie locali di Fdi e sindaco dell'Aquila, e il primo cittadino di Striano, Antonio Del Giudice, vicepresidente FdI Campania e vicario di Anci Campania. «Nel corso della recente assemblea di Anci Campania in alcun modo si è discusso di autonomia differenziata come invece vuol far credere la propaganda deluchiana». Dai vertici regionali dell'Anci provano a spiegare l'equivoco precisando che l'adesione dei sindaci alla manifestazione riguarda «esclusivamente» la richiesta dello sblocco dei Fsc e non il tema dell'autonomia differenziata su cui, effettivamente, non c'è stato un mandato esplicito dei componenti dell'associazione. E, dunque, questa è la ricostruzione: il 6 febbraio scorso l'Anci Campania invia una lettera al ministro del Sud e della coesione Raffaele Fitto per sollecitare la sottoscrizione dell'Accordo di coesione con la Regione Campania in modo da sbloccare i 5,9 miliardi di risorse per il territorio attese da 18 mesi. Nella stessa lettera si parla di «presenza simbolica» alla manifestazione del 16 febbraio davanti alla sede del ministero. Il giorno successivo il direttivo Anci Campania approva la relazione del presidente Marino facendo aderire i 550 sindaci della regione non «simbolicamente» ma pienamente alla manifestazione in piazza Santi Apostoli. Agli amministratori è raccomandato di indossare la fascia tricolore e di compilare un apposito form sul web mentre ieri, con una lettera firmata dagli stessi De Luca e Marino, si chiede un «incontro urgente» al premier Giorgia Meloni e al ministro Fitto: l'oggetto della richiesta non contempla il tema dell'autonomia differenziata ma riguarda unicamente «il blocco - che dura da un anno e mezzo - del Fondo di coesione per il Sud».

Alla manifestazione hanno già dichiarato di aderire vari sindaci di centrodestra, in particolare della provincia di Caserta, che comunque si troveranno in quella che sarà la piazza di De Luca. Magari con le bandiere del Pd. 

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