Fase 2, Campania verso la normalità: allo studio una linea soft per i ristoranti e le spiagge

Fase 2, Campania verso la normalità: allo studio una linea soft per i ristoranti e le spiagge
di Carlo Porcaro
Giovedì 14 Maggio 2020, 08:01 - Ultimo agg. 12:24
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In attesa di conoscere di un nuovo decreto ad hoc, negli uffici della Regione Campania si susseguono freneticamente le riunioni con gli operatori commerciali per organizzare le riaperture in programma lunedì 18. «Lavoriamo per tornare alla normalità», il refrain ripetuto dal governatore Vincenzo De Luca ai suoi assessori con la doverosa precisazione «sempre che tra sabato e domenica si confermi il trend basso dei contagi».


A quanto trapela, l'orientamento di Palazzo Santa Lucia è derogare se i protocolli lo consentiranno in base all'autonomia decisionale delle singole Regioni alle regole stringenti fissate per ristoranti, spiagge e parrucchieri. Per intendersi, le misure fissate da Inail e Istituto Superiore di Sanità - quattro metri quadrati tra i tavoli, cinque metri di distanza tra un ombrellone e l'altro ed infine due metri tra i clienti nel salone di un acconciatore si potranno concretamente applicare in Campania? «Impossibile posizionare gli ombrelloni a cinque metri su spiagge come quella di Nerano: vedremo se le norme ci consentiranno di allargare le maglie sempre nel rispetto della sicurezza sanitaria», ammette l'assessore regionale alle Attività produttive, Antonio Marchiello. Il Sindacato Balneari non a caso ha ribadito la necessità «di contenere al minimo le distanze tra ombrelloni e lettini a tutela dei lidi piccoli». Altro caso di scuola sarà rappresentato dalle trattorie tipiche di Napoli, come quelle ai Quartieri Spagnoli. Come faranno a rispettare le distanze? «Stiamo ascoltando tutte le categorie e continueremo a farlo fino al weekend», spiegano dalla Regione.
 

 

In queste ore la Task force locale sta mettendo insieme i tasselli per arrivare a produrre un documento finale da sottoporre al massimo sabato al presidente De Luca. Nessuno intende sbilanciarsi per non scontentare chi è già sul piede di guerra. L'indiscrezione è che si lavorerà ad una piccola riduzione a un metro e mezzo tra un tavolo e l'altro lì dove gli spazi sono molto ridotti. L'alternativa, come già ammonito da Fipe Confcommercio, è restare chiusi lunedì. «Non ci conviene, dovremo solo sostenere nuove spese», lamentano. Oggi nella Prefettura di Napoli si terrà un nuovo incontro tra i rappresentanti istituzionali e delle categorie coinvolte nella Fase 2 post Covid-19.
 

Certo, la premessa di ogni valutazione è la situazione sanitaria. Vanno rispettate le prescrizioni sulle protezioni e il distanziamento per evitare nuove ondate di contagi. «Noi dobbiamo combattere gli imbecilli doppi: l'imbecille normale è quello che non porta la mascherina; poi c'è l'imbecille doppio, che è quello che la porta ma la porta appesa al collo. Quello è scemo due volte, perché si prende il fastidio di portare la mascherina e non si prende neanche la tutela sanitaria», l'ultima bacchettata di De Luca, resa a margine dell'inaugurazione del nuovo reparto di terapia intensiva da 12 posti letto al Covid hospital di Boscotrecase.
Quanto alle nuove ordinanze della Campania, ha sottolineato: «Noi prendiamo atto innanzitutto delle linee guida che approva il governo sulla base della indicazioni dell'istituto superiore di sanità. Quella è la traccia alla quale dovremmo attenerci». Cautela, quindi, nella consapevolezza che le peculiarità della regione geografiche, orologiche ed urbanistiche renderanno di fatto impossibile l'applicazione pedissequa dei paletti fissati da tecnici e scienziati. Esercenti al dettaglio e operatori commerciali spingono per trovare un compromesso. «Adesso dobbiamo unire tutte le forze per difendere le nostre categorie, trasversalmente, dai bar, ai ristoranti, agli stabilimenti balneari, ai baretti, alle discoteche, senza personalismi: nessuno ha la ricetta giusta, ma abbiamo la forza di rappresentare il 20 percento delle aziende e non ci possono trattare come gli appestatori. Vogliamo lavorare con dignità e onore, senza essere mortificati ed essere trattati come numeri e non come persone», l'appello di Confcommercio agli iscritti.

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