Fondi Ue, tra De Luca e il governo duello a colpi di numeri

Continua la polemica sul mancato riparto dei fondi Fsc alla Campania

Il ministro Raffaele Fitto
Il ministro Raffaele Fitto
di Adolfo Pappalardo
Sabato 9 Marzo 2024, 09:00 - Ultimo agg. 16:27
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È ancora scontro, ma almeno i toni sono più morbidi, tra Regione Campania e ministero della Coesione. Tra De Luca e Fitto. La vicenda è sempre la stessa: il mancato riparto dei fondi Fsc alla Campania (quasi 6 miliardi) e, a cascata, la diatriba sulle percentuali di certificazione della spesa che bloccherebbero il finanziamento in questione. Dalla sua De Luca, ieri, mostra i dati ufficiali forniti dalla Ragioneria dello Stato sui fondi Ue: «Abbiamo un impegno di spesa, cioè opere finanziate e appaltate, pari all'84 per cento», e cita regioni come Lombardia, Lazio e Calabria che «sono al di sotto». In serata però, arriva, la replica dagli uffici del ministero della Coesione: «A fronte di un livello di impegni dell'84 per cento, sui pagamenti si resta fermi al 23,9. Quindi, su 3,1 miliardi a disposizione dal 2014, sono stati spesi solo 750 milioni». Insomma, è un botta e risposta. L'ennesimo. Proprio nel giorno in cui la premier Meloni è in Friuli per firmare l'accordo sui fondi con il governatore leghista Fedriga.

Le prime sciabolate partono nella consueta diretta settimanale sui social di Vincenzo De Luca. «Il governo sigla in queste ore un accordo di coesione con l'ultima regione del Nord con cui non lo aveva ancora fatto, il Friuli Venezia Giulia.

E il Sud aspetta, tranne la Calabria», è l'incipit. Poi aggiunge: «Una delle motivazioni che avevano dato vari ministri in questi mesi, mentendo, raccontando frottole, era legata alla capacità di spesa dei fondi europei. Ma è uscito il bollettino della Ragioneria dello Stato che certifica gli impegni di spesa e i pagamenti delle Regioni al dicembre 2023: qui scopriamo che la Campania ha un impegno di spesa, cioè opere finanziate e appaltate, pari all'84 per cento, nonostante i programmi finiscano tra due anni, e per i pagamenti siamo al 50 per cento. Invece la Calabria, l'unica del Sud dove hanno firmato l'accordo di coesione, ha impegni di spesa per il 52 per cento e pagamenti per il 28». Poi in serata, sempre sui social, il governatore, oltre a postare il bollettino, cita altre Regioni dove le performance sono inferiori alla Campania. «Il Lazio, ha impegni al 67 e pagamenti al 51 per cento e la Lombardia, impegni al 70 e pagamenti al 57 per cento: noi - puntualizza - abbiamo realizzato quasi il doppio degli investimenti: 4,6 miliardi di euro contro i 2,4 di Lombardia, Lazio e Calabria messe assieme. Questi sono i fatti, il resto solo chiacchiere».

Da qui, torniamo alla diretta social del venerdì pomeriggio, sono ancora sciabolate al governo. «Ho sorriso quando Meloni, in Abruzzo, dove sono tutti impegnati nella transumanza (si vota per le regionali domani, ndr), ha detto che questo governo si caratterizza per rapidità di decisione. Sui fondi Coesione - attacca - è passato un anno e mezzo, siamo andati al Tar, che ha dovuto fissare un tempo di 45 giorni al ministero della Coesione, altrimenti nominano un commissario». È un calvario indegno di un Paese civile. In Italia - conclude - i tempi di decisione sono inferiori a quelli dell'Africa subsahariana. Ma io sono per continuare a combattere per la dignità di Napoli e della Campania». 

A stretto giro arriva la risposta degli uffici di Raffaele Fitto, impegnato nel frattempo in Friuli a firmare con la Meloni l'accordo con il governatore Fedriga. Firma che, per la cronaca, ha ulteriormente invelenito il governatore della Campania. Una replica che non contesta le cifre fornite da De Luca («conferma pienamente i dati forniti sino ad oggi») ma su cui si chiede «un corretto inquadramento per evitare il rischio che tali dati siano interpretati in maniera strumentale».

«Sulle risorse complessivamente assegnate a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione pari a più di 9 miliardi nei tre cicli di programmazione 2000-2006, 2007-2013 e 2014-2020, il livello di pagamenti è di appena 4,7 miliardi, solo il 50 per cento del totale: un dato che desta molta preoccupazione, dimostrando che in tutti questi anni è stata spesa appena la metà dei fondi stanziati», spiega la nota del dipartimento Coesione della Presidenza del Consiglio.

«Guardando l'ultimo periodo di programmazione 2014-2020, il dato è ancora più drammatico. A fronte di un livello di impegni dell'84 per cento, sui pagamenti si resta fermi al 23,9. Quindi, su 3,1 miliardi a disposizione dal 2014, sono stati spesi solo 750 milioni. Dati che - conclude la nota di palazzo Chigi - confermano appieno il grave ritardo nell'attuazione dell'utilizzo del fondo di sviluppo e coesione da parte della Regione Campania e che ben fanno comprendere le ragioni sia della riforma voluta dal governo Meloni lo scorso anno, sia le modalità usate per la definizione degli accordi di coesione».

In serata arriva la controreplica dell'autorità di gestione della Regione Campania: «Da parte del Dipartimento della Coesione viene diffusa una nota con dati diversi da quelli pubblicati dalla Ragioneria dello Stato. La spiegazione è semplice. La Ragioneria dello Stato carica i dati partendo dall'anno 2000 (24 anni fa) ed estrapola poi solo il dato relativo alla programmazione 2014/2020. Premesso che tale programmazione si conclude a dicembre 2025 (tra quasi due anni), si invita la Presidenza del Consiglio a rendere immediatamente pubblici i dati di spesa di tutte le Regioni d'Italia in relazione alla programmazione 2014/2020. Sarebbe un atto minimo di correttezza per rendere omogeneo ogni giudizio sulla capacità di spesa delle stesse Regioni». 

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