Giuseppe Conte a Napoli: «Sì al campo largo, no ai cartelli elettorali»

Firmaday per la leggge sul salario minimo

Giuseppe Conte a Napoli
Giuseppe Conte a Napoli
di Luigi Roano
Lunedì 9 Ottobre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 18:22
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Nella terra, una delle poche in cui governano insieme il Pd e il M5S, Giuseppe Conte apre al cosiddetto campo largo che in buona sostanza significa il centrosinistra allargato ai pentastellati anche fuori dai confini della Campania e di Napoli. Qui l'esperimento è riuscito due anni fa con Gaetano Manfredi eletto sindaco di Napoli. Ma l'anno precedente il Pd ha vinto lo stesso - o meglio ha vinto Vincenzo De Luca - che senza gli ex grillini in coalizione ha battuto Stefano Caldoro vincendo per le seconda volta consecutiva le regionali. Una vittoria che arrivò in piena emergenza Covid quando i sondaggi davano De Luca anche 10 punti sotto al centrodestra. Per capire perché Conte non si fa pregare per entrare con forza su questo argomento bisogna partire da questi due precedenti se anche di segno opposto, tenendo presente però che tra ex grillini e De Luca non è mai corso buon sangue. E che Napoli e la Campania sono per definizione il laboratorio politico del Paese. 

Conte è a Napoli per firmare ai banchetti di via Toledo la petizione per «il salario minimo legale» ma non ha perso l'occasione per andare oltre e tracciare una mappa delle alleanze con vista sulle Europee dell'anno prossimo. «Vengo da Foggia - racconta l'ex premier - dove abbiamo costruito un progetto politico che ritengo molto competitivo ed è uno scenario in cui abbiamo coinvolto le forze di opposizione e anche varie forze civiche.

Quando c'è la possibilità di costruire un progetto serio noi siamo fautori, siamo i primi. Però non ci parlate di campo largo come di una formula giornalistica, a noi non interessa. La coalizione deve nascere da un progetto politico concreto, affidabile, responsabile». 

Conte viene accolto in pompa magna dal partito napoletano e campano. Vale a dire dall'ex Presidente della Camera Roberto Fico, dal vicepresidente della Camera Sergio Costa e dalla deputata Gilda Sportiello quindi dalla senatrice Mariolina Castellone e dai consiglieri comunali di Napoli Ciro Borriello e Salvatore Flocco. Ed è questo il contesto in cui Conte attacca il Governo che dopo l'abolizione del Reddito di cittadinanza - questo il ragionamento dell'ex premier - non ha messo in campo misure alternative. «È evidente - spiega Conte - che non hanno nessuna intenzione di sottoscrivere ed introdurre il salario minimo legale. La cinghia, gli italiani, l'hanno già tirata, sono arrivati all'ultimo buco della cintura, non c'è più da tirare nulla, c'è soltanto un governo che deve assolutamente adoperarsi per risolvere i problemi e fare meno spot pubblicitari». Gli ex grillini nelle piazze danno il meglio di loro stessi e il cosiddetto firma day è l'occasione per ribadire la rotta del Movimento. «È da quest'estate che stiamo raccogliendo le firme per il salario minimo - dice - non ci facciamo prendere in giro da questo governo e dalla sua melina. La giusta retribuzione non solo è prevista dalla normativa europea ma anche dalla nostra Costituzione». 

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Il firma day è uno stress test per il campo largo e Marco Sarracino parlamentare del Pd non perde l'occasione per sottolineare che i dem sono sul pezzo, insomma marcano il territorio e il M5S da vicinisismo. «In provincia di Napoli i circoli Pd hanno raccolto oltre 1500 firme per il salario minimo. Un importante risultato che dimostra l'importanza della nostra proposta. La destra non fugga e affronti in Parlamento la questione» scrive il parlamentare sui social dem. La mobilitazione è stata massiccia e ha coinvolto i circoli a Castellammare, Caivano, Torre Annunziata, Grumo Nevano, Cardito, Fuorigrotta, Nola, Bagnoli, Marigliano, Saviano, Chiaia, San Sebastiano, San Lorenzo, San Ferdinando, Afragola, Secondigliano, San Giorgio e Chiaia. 

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