Liste d’attesa in Campania, De Luca accusa: «Qualcuno a Milano fa i giochi di prestigio»

Il governatore pronto a cambiare passo: «Qui si aspetta troppo, saremo spietati»

Il governatore De Luca al Monaldi dove è arrivata la nuova Pet digitale
Il governatore De Luca al Monaldi dove è arrivata la nuova Pet digitale
di Ettore Mautone
Giovedì 22 Giugno 2023, 23:00 - Ultimo agg. 23 Giugno, 17:21
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Un vero e proprio tour negli ospedali di Napoli quello che ha visto impegnato ieri mattina il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca: prima al taglio del nastro, al Monaldi, con il manager dell’azienda dei Colli Anna Iervolino per l’installazione della prima Pet-Tac digitale di ultima generazione acquistata in Campania con l’utilizzo del fondi del Pnrr.

Subito dopo alla presentazione, al Cardarelli, con il direttore generale Antonio D’Amore e l’intera direzione strategica, di un innovativo progetto pilota per la conservazione digitale, sostitutiva della carta, di ben 20 mila cartelle cliniche su oltre 4 milioni di incartamenti accumulati e conservati dal 1978 a oggi a Caserta.

Grazie alla certificazione sostitutiva che ha impegnato il Consiglio notarile di Napoli (presenti ieri il presidente Giovanni Vitolo, il vicepresidente Antonio Areniello e Michele Nastri) è stato possibile dematerializzare in maniera definitiva documenti da conservare indefinitamente e che, come sottolineato dal Soprintendente ai beni archivistici e bibliografici Gabriele Capone, sono stati tutti inventariati e classificati. 

Per De Luca l’occasione per mettere a fuoco i nodi nel governo della Salute dopo il faccia a faccia delle Regioni, mercoledì a Roma, con il ministro della Salute Orazio Schillaci. Carenza di personale, fondi insufficienti e liste di attesa i tre terreni scivolosi su cui impegnarsi per risalire la china dei Livelli di assistenza. La novità, sottolineata da De Luca, è che a soffrire non sono più solo la Campania e il Sud ma anche le altre regioni del Nord. Sia per lo sbilancio sui conti, sia per il personale che manca nelle corsie e nei pronto soccorso sia per le liste di attesa, nervo scoperto acuito dopo la paralisi assistenziale dovuta alla pandemia.

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«Qualche nostro confratello meneghino fa giochi di prestigio per le liste di attesa – ha sottolineato De Luca lamentandosi della migrazione sanitaria indotta anche dalle code eccessive in area medica e chirurgica – quando un cittadino napoletano o salernitano richiede cure a Milano trova liste di attesa zero mentre il cittadino di Milano deve aspettare un anno per la stessa prestazione. Su alcuni fronti, dove abbiamo una situazione critica, siamo in realtà allo stesso livello medio di altre regioni. La posta in gioco? I fondi per la migrazione sanitaria diventati indispensabili per la tenuta dei conti nelle regioni del Nord. In Campania – ha poi aggiunto il Governatore – il problema è doppio perché il personale sconta i tagli di 10 anni di commissariamenti e ci sono vincoli ancora in piedi mentre in alcune discipline i concorsi vanno deserti. Il riparto del fondo nazionale non è mai stato riequilibrato in maniera strutturale e la Campania ha ancora la minore quota di assegnazione procapite d’Italia. Abbiamo 10,2 dipendenti ogni 1000 abitanti, mentre l’Emilia Romagna ne ha 18 e tutti gli altri a scendere». A dargli ragione i dati della Ragioneria generale dello Stato relativi al 2021 e 2022 che certificano appunto che la Campania ha affrontato la pandemia con il più basso tasso di dipendenti nelle strutture sanitarie pubbliche per 100 mila abitanti. Ma aggiungendo i camici bianchi del privato il dato non cambia. Sfavore sia contando i medici sia, ancora di più, gli infermieri e il personale delle 18 professioni tecniche, della riabilitazione e prevenzione. «Nonostante questo riusciamo a proporre prestazioni di assoluta eccellenza».

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