Prg Napoli, arriva la Variante: «Il modello è Porta est»

Lunedì 4 dicembre la riunione della commissione Urbanistica

Una veduta del centro direzionale di Napoli
Una veduta del centro direzionale di Napoli
di Luigi Roano
Domenica 26 Novembre 2023, 09:00 - Ultimo agg. 27 Novembre, 07:25
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Cambia il Prg: dopo un quarto di secolo è stata messa in cantiere una Variante generale e il cantiere è stato aperto a luglio dell'anno scorso quando in sede di approvazione di bilancio previsionale fu varato l'ufficio del Piano. I tecnici dell'ufficio urbanistico - con in testa Andrea Ceudech - la Variante l'hanno fatta e ora la palla passa alla politica, al Consiglio comunale che è sovrano. E infatti il 4 dicembre si riunirà la Commissione Urbanistica - il presidente è Massimo Pepe - con un ordine del giorno emblematico: «Linee generali del nuovo Prg». La prima di una serie di sedute che si terranno in questo ultimo spezzone dell'anno per tracciare la linea unitaria intorno alla quale sviluppare il nuovo strumento urbanistico che ha un orizzonte che si allunga fino al 2050. «Il banco di prova politico - commenta Pepe - è stata la Variante orientale e il progetto Porta est dove il Consiglio comunale con grande maturità è stato unitario. Dobbiamo venire fuori dalle sedute di Commissione con un documento strategico, un canovaccio dove vengono indicati gli obiettivi per la Napoli che vogliamo a medio termine e a lungo termine perché guardiamo al 2050. Un documento strategico che deve avere la massima condivisione. Ecco perché il metodo che dobbiamo avere è quello che abbiamo utilizzato per Porta est». Cosa si intende quando si para di canovaccio? Immaginare un Piano regolatore urbanistico senza ulteriore consumo di suolo perché la direzione deve essere quella di una città sostenibile. E questo significa imprimere la svolta lavorando sui cambi di destinazione d'uso - di qui il modello della Variante orientale - per mettere in moto la trasformazione e rigenerazione urbana. La sostanza è - questo il ragionamento - che i bisogni di Napoli bisogni sono cambiati e serve maggiore flessibilità nel nuovo Prg. La possibilità di trasformazione e rigenerazione urbana - per fare qualche esempio - sta anche nella zona nord occidentale da Scampìa a Soccavo e non solo a Bagnoli dove c'è la possibilità di demolire le vecchie fabbriche e i vecchi capannoni e ricostruire nuovi oggetti urbanistici con funzioni che guardano ai bisogni odierni. 

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Un Prg flessibili non significa non avere vincoli, anzi, il tema di fondo è fare una Variante - cioè stabilire cosa si può fare e cosa no - a misura dei bisogni della città.

Tra i bisogni primari c'è la tutela del centro storico - atteso il boom turistico - che significa tutelare l'identità dei luoghi e l'artigianato locale. L'esempio di San Gregorio Armeno dove c'è lo stop alle licenze commerciali per il food, dovrebbe essere esteso contro il proliferare dei B&B. «Il Prg - conclude Pepe - è anche e soprattutto un piano strategico dentro al quale ci deve essere la visione urbanistica della città». Flessibilità - e questa è una delle novità del nuovo Prg - è disegnare una visione di città complessiva ma poterla mettere in pratica zona dopo zona e non aspettare che siano definiti i singoli piani per ogni zona o sotto zona del Piano regolatore generale. E questo è un mantra del sindaco già messo in campo per esempio a Bagnoli dove quello che si poteva aprire è stata aperto prima che si concluda l'intera bonifica o che si costruiscano gli altri pezzi dell'area ex Italsider. 

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