Cambia il Prg: dopo un quarto di secolo è stata messa in cantiere una Variante generale e il cantiere è stato aperto a luglio dell'anno scorso quando in sede di approvazione di bilancio previsionale fu varato l'ufficio del Piano. I tecnici dell'ufficio urbanistico - con in testa Andrea Ceudech - la Variante l'hanno fatta e ora la palla passa alla politica, al Consiglio comunale che è sovrano. E infatti il 4 dicembre si riunirà la Commissione Urbanistica - il presidente è Massimo Pepe - con un ordine del giorno emblematico: «Linee generali del nuovo Prg». La prima di una serie di sedute che si terranno in questo ultimo spezzone dell'anno per tracciare la linea unitaria intorno alla quale sviluppare il nuovo strumento urbanistico che ha un orizzonte che si allunga fino al 2050. «Il banco di prova politico - commenta Pepe - è stata la Variante orientale e il progetto Porta est dove il Consiglio comunale con grande maturità è stato unitario. Dobbiamo venire fuori dalle sedute di Commissione con un documento strategico, un canovaccio dove vengono indicati gli obiettivi per la Napoli che vogliamo a medio termine e a lungo termine perché guardiamo al 2050. Un documento strategico che deve avere la massima condivisione. Ecco perché il metodo che dobbiamo avere è quello che abbiamo utilizzato per Porta est». Cosa si intende quando si para di canovaccio? Immaginare un Piano regolatore urbanistico senza ulteriore consumo di suolo perché la direzione deve essere quella di una città sostenibile. E questo significa imprimere la svolta lavorando sui cambi di destinazione d'uso - di qui il modello della Variante orientale - per mettere in moto la trasformazione e rigenerazione urbana. La sostanza è - questo il ragionamento - che i bisogni di Napoli bisogni sono cambiati e serve maggiore flessibilità nel nuovo Prg. La possibilità di trasformazione e rigenerazione urbana - per fare qualche esempio - sta anche nella zona nord occidentale da Scampìa a Soccavo e non solo a Bagnoli dove c'è la possibilità di demolire le vecchie fabbriche e i vecchi capannoni e ricostruire nuovi oggetti urbanistici con funzioni che guardano ai bisogni odierni.
Un Prg flessibili non significa non avere vincoli, anzi, il tema di fondo è fare una Variante - cioè stabilire cosa si può fare e cosa no - a misura dei bisogni della città.