Pd Campania, Misiani commissario: la mossa di Elly Schlein contro De Luca

«Occorreva chiudere definitivamente una stagione tutt'altro che trasparente che ha segnato la storia recente del nostro partito»

Il senatore del Pd Antonio Misiani
Il senatore del Pd Antonio Misiani
di Adolfo Pappalardo
Domenica 2 Aprile 2023, 10:00 - Ultimo agg. 3 Aprile, 07:40
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Chi conosce fatti e persone del Pd sa bene come alla fine pesano aree e correnti capaci di trovare sempre un accordo all'ultimo minuto. Per tutelare ras e territori. Anche a dispetto dei segretari in carica. E invece stavolta no: si è andato secondo la rotta traccia dalla Schlein sin dal giorno del suo insediamento. E così ieri arriva, come annunciato da giorni dai rumors dem, il provvedimento di commissariamento per il Pd di Caserta e quello campano con, rispettivamente, Susanna Camusso ed Antonio Misiani. E se il primo era scontato per un tesseramento dopato da pacchetti monstre di iscrizioni, lo sembrava un po' meno il secondo. Sempre per via di quegli accordi di cui sopra tra correnti e dei pesi relativi di maggioranza e opposizione interni. E invece niente perché per ratificare l'invio di un uomo da Roma al Pd campano (togliendolo dalle mani del governatore De Luca che aveva già indicato un suo nome) non serve nemmeno un ultimo incontro tra Schlein e Bonaccini. Niente. Per decidere basta il voto in commissione nazionale di garanzia dove, altra sorpresa, tutti e nove i componenti votano a favore del commissariamento. All'unanimità. Compreso i 4 rappresentanti di Bonaccini, il candidato che ha vinto in Campania ed era supportato dal governatore De Luca, da tutti i consiglieri regionali e dalla maggior parte del gruppo dirigente. E per loro è una sconfitta su tutta la linea, specie se Antonio Misiani, senatore e già viceministro dell'Economia e delle Finanza del Conte II, è di quell'area Orlando (così come Marco Sarracino che l'altra sera, non lasciandogli l'ultima parola, ha guerreggiato duro con il presidente) ostile da sempre all'ex sindaco di Salerno. Addio, quindi, al partito regionale deluchiano che avrebbe dovuto ratificare il suo terzo mandato. Se ne parlerà al prossimo congresso che, se tutto andrà bene, sarà dopo le Europee. 

Dal canto suo, Elly Schlein ieri da Modena dal palco della festa del Domani, rivendica di essere passata subito, e senza attendere di varare la sua squadra, dalle parole («Basta capibastone, basta cacicchi») ai fatti. «Io non so se avrà un costo e di che tipo ma - spiega - avrebbe un costo molto maggiore non essere conseguenti alla promessa di trasparenza, di ricostruzione e di rispetto delle regole». E motiva così il suo primo atto da segretario: «Noi affronteremo i problemi sempre così. La settimana scorsa si è dimesso Franco Roberti da presidente della Commissione di garanzia perché impossibile certificare l'anagrafe degli iscritti a Caserta. Così ho chiesto a Susanna Camusso di essere commissaria della provincia di Caserta e Misiani commissario in Campania».
E ritorna sul caso campano denunciato sin dalla campagna elettorale per il congresso. «Avevamo denunciato delle situazioni opache, con pacchetti di tessere, capibastone o persone che si sentono padroni delle tessere.

Non voglio che questo dia l'impressione che abbiamo un problema generalizzato. Nelle primarie - evidenzia ancora la Schlein - problemi di questo tipo le abbiamo avute in territori molto ben localizzati e da segretaria non consento a nessuno di gettare fango sulle persone che si sono alzate e sono andate a votare. Dobbiamo fare scelte per avere chiarezza e trasparenza». Che ieri si sono materializzate con l'arrivo dei due commissari, due senatori con grande esperienza alle spalle. 

«Sarò a Napoli dalla prossima settimana per un incarico di grande responsabilità. Elly Schlein - rimarca il neo commissario - vuole rigenerare il partito e la Campania è la vera cartina al tornasole per operare questo cambiamento: serve aprire una pagina nuova valorizzando le migliori energie del territorio. Il Pd nasce come forza di governo e deve ripartire». Un commissario anti-deluchiano? «Io - taglia corto - devo garantire un congresso aperto, partecipato e trasparente a cui tutti poi saranno chiamati a dare il loro contributo». 

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Decisione che l'area Schlein campana attendeva già un minuto dopo la vittoria del congresso. «Occorreva chiudere definitivamente una stagione tutt'altro che trasparente, che ha segnato la storia recente del nostro partito consegnandolo - spiega Sandro Ruotolo, ex senatore e componente della direzione nazionale del Pd - ai signori delle tessere e dei pacchetti di voti, ai figli di. A quel sistema di potere insomma che ha impedito alle migliori energie di poter emergere e di contribuire ad una stagione di rinnovamento e credibilità». 

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