Manfredi e De Luca jr, patto per Napoli: «Tutelare i progetti Pnrr»

Mai visto il sindaco così critico verso il governo e il ministro Fitto

Piero De Luca e Gaetano Manfredi
Piero De Luca e Gaetano Manfredi
di Luigi Roano
Martedì 5 Settembre 2023, 10:00
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«Tagliare i fondi del Pnrr alle periferie significa dare ragione alla camorra che su quei territori come Scampìa ha scommesso sul non intervento dello Stato, facendo il commercio delle case pubbliche al grido di quelli non faranno mai nulla per voi. Dove quelli è riferito allo Stato. Ma noi andremo avanti non ci fermeremo fino a quando non ce lo dirà qualcuno abbiamo fatto contratti per centinaia di milioni» racconta uno scatenato sindaco Gaetano Manfredi. «Definanziare quei progetti è come togliere la speranza di una vita migliore a migliaia di cittadini, ma noi siamo pronti alle barricate perché ciò non accada» gli fa eco il deputato dem Piero De Luca figlio del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Lo scenario è quello della festa dell'Unità e del Pd nazionale a Ravenna. Manfredi e De Luca junior parlano la stessa lingua - il feeling tra i due è noto il sindaco intervenne in favore di Piero quando la Schlein gli tolse il ruolo di vicecapogruppo alla Camera - e mai si è visto il sindaco così critico verso il governo e il ministro Raffaele Fitto che sta gestendo la patata bollente del Pnrr, del cambio del Piano che prevede un definanziamento di 16 miliardi di cui sta discutendo con Bruxelles. Una taglio che potrebbe - se venisse dato il via libera dalla Ue - riservare una doppia beffa. Vale a dire che i soldi che servono a Napoli per completare la riqualificazione di Scampìa e San Giovanni a Teduccio verrebbero prelevati dai Fondi Sviluppo e Coesione, parliamo sempre di finanziamenti europei che prevedono una quota parte per il sud che è dell'80%. Cioè il doppio di quanto previsto dal Pnrr. Nella sostanza Napoli e il sud perderebbero due volte i soldi. «Definanziare i nostri progetti - incalza Manfredi - significherebbe che i Comuni non sono al centro della politica del Governo. Ma così si perde la fiducia dei cittadini che si conquista con il mantenimento degli impegni: che Stato è quello che non mantiene gli impegni? Si perde il legame con la società ed emergono le forze più oscure come quelle della criminalità organizzata che ha trasformato quei territori in fortini della camorra, questo succederà se non concretizziamo quei progetti». Cita il sindaco - a proposito di assenza dello Stato - l'esempio di Caivano, del Parco Verde dove «migliaia di persone vivono in un luogo senza servizi in situazioni di degrado ambientale che provoca degrado sociale come abbiamo potuto vedere con gli ultimi episodi di violenza». 

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Manfredi dal palco di Ravenna si rivolge direttamente a Fitto: «Ho parato più volte con il ministro che invece ci rassicura ma ho molte perplessità.

I progetti che abbiamo cantierizzato e che partono ad ottobre si possono concretizzare solo con i Fondi del Pnrr sulla scorta di una serie di deroghe, ci devono spigare come si farebbe a utilizzare i Fondi sviluppo e coesione che già sono stati assegnati ai Comuni. La verità è che è stata fatta una scelta politica con il paradosso che la Ue ancora non ha dato il via libera a questo cambio del Pnrr». Manfredi insiste: «Nessuno ci ha fatto regali i soldi del Pnrr servono per accorciare i divari territoriali, di genere e sociali. Sono stati fatti passi in avanti in questa direzione? No, l'Italia è invece tra i Paesi più arretrati d'Europa». Tocca al parlamentare dem chiudere il dibattito dal titolo emblematico «Pnnr da opportunità a occasione mancata?». Un quesito che De Luca aggredisce sin da subito: «Due miti vanno sfatati. Il primo è che l'utilizzo delle risorse europee è meno efficace per colpa delle Regioni. Non è vero perché sono i ministeri che sono lenti e questo è un tema che Fitto spesso rilancia. Il secondo è che il fatto che i fondi siano utilizzati in modo non efficace non è una ragione per non utilizzarli e lasciarli a Bruxelles». Per il parlamentare «la verità è che i soldi del Pnrr vanno utilizzati per la transizione ambientale e la riduzione dei divari cosa che in cui il Governo non crede. Sarebbe un delitto perdere questa occasione per colpa di un Governo che fino a oggi ha avuto un atteggiamento distruttivo. Con il cambio del Pnrr il Governo ha un obiettivo politico da raggiungere non casuale, quello di incidere su progetti che vanno a riqualificare le periferie, a penalizzare i servizi sociali, la sanità pubblica che per noi sono invece servizi essenziali. Noi siamo pronti a discutere ma ci opporremo con forza e faremo le barricate contro la gestione privatistica del Pnrr da parte del Governo». 

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