Quattro Giornate di Napoli, l’omaggio di Mattarella 80 anni dopo

Ira De Luca: è contro-Risorgimento il Sud sparito dal dibattito politico

L’omaggio di Mattarella a 80 anni dalle 4 Giornate
L’omaggio di Mattarella a 80 anni dalle 4 Giornate
di Giuseppe Crimaldi e Adolfo Pappalardo
Giovedì 28 Settembre 2023, 00:00 - Ultimo agg. 09:51
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Con un omaggio al monumento dello Scugnizzo sono cominciate le celebrazioni dell’80esimo anniversario delle Quattro Giornate di Napoli. Evento importante a cui, ieri, ha voluto presenziare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Prima depositando una corona d’alloro ai piedi del monumento; nel pomeriggio, invece, dopo una breve pausa a Villa Rosebery, al convegno dell’Orientale proprio sulle Quattro Giornate.

«La presenza di Mattarella è molto importante per la città, è il riconoscimento di come l’insurrezione delle Quattro Giornate sia stata un evento nazionale che ha contribuito in maniera determinante alla liberazione del Paese e alla nascita della nostra Repubblica. Esprimo gratitudine al Presidente per aver voluto fortemente essere a Napoli», spiega il sindaco Gaetano Manfredi dopo la breve cerimonia in piazza della Repubblica. Accanto a lui il presidente della Regione Vincenzo De Luca e il prefetto Claudio Palomba

Una cerimonia sobria e veloce senza che il Presidente si fermi con i giornalisti. Un breve saluto solo con De Luca e Manfredi mentre dopo s’intrattiene per qualche minuto con Francesco Amoretti, figlio di Antonio, ultimo partigiano di Napoli, scomparso all’età di 95 anni nel dicembre 2022. «Ho detto al Presidente come mio padre quotidianamente ha lavorato soprattutto presso le scuole e con gli studenti a difesa della Costituzione». 

Alle 12.52 in punto uno squillo di tromba ed ecco l’inno nazionale su viale Dohrn suonato dalla banda della Marina militare. Con Mattarella che scende dall’auto e raggiunge piazza della Repubblica tra gli onori di finanzieri, carabinieri, allievi della Nunziatella schierati per accogliere il capo dello Stato. Il governo invece viene rappresentato da Isabella Rauti, sottosegretario alla Difesa, che spiega: «La presenza del Presidente sottolinea l’omaggio della città e dell’Italia tutta a questi piccolissimi, giovanissimi eroi che si sono battuti a mani nude contro un gigante».

Una presenza su cui l’ex sindaco de Magistris polemizzerà poco dopo per i trascorsi nella Repubblica di Salò del padre Pino. 

 

Dopo la colazione consumata a Villa Rosebery, il Capo dello Stato ha partecipato alla prima sessione dei lavori del convegno «Le Quattro Giornate di Napoli ottant’anni dopo», organizzato dall’Università degli Studi Orientale nella Basilica di San Giovanni Maggiore. 

Accolto dal rettore Roberto Tottoli, Mattarella ha visitato le sale che ospitano il «Cristo Rivelato», prima di stringere la mano allo storico Guido D’Agostino, che gli ha donato un volume di pregio sulla storica resistenza dei napoletani ai nazisti. Un lungo applauso ha accolto l’ingresso del Presidente nella chiesa, dove ad attenderlo c’erano le più alte autorità civili e militari. All’esterno, in largo Giusso, un gruppo di disoccupati aderenti al Movimento 7 Novembre ha attuato un sit-in per ricordare le problematiche dei senzalavoro napoletani.

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Ma veniamo al convegno. Mattarella ha così ascoltato le relazioni della prima sessione di lavori, tenute dai professori Diego Lazzarich (Università Orientalè), Gabriella Gribaudi (Federico IÌ), Francesca Russo (Suor Orsola Benincasa). 

Gli interventi sono stati preceduti dai saluti del sindaco e del presidente De Luca. «Il rischio di queste celebrazioni è ridurre tutto in liturgia - ha detto il governatore - e invece vale la pena di sottolineare quanto ci sia di attuale nella vicenda delle Quattro Giornate di Napoli. Noi viviamo oggi dalla Campania e dal Sud un sentimento di amarezza», ha concluso, «ed abbiamo quasi la sensazione che si sia passati da un nuovo risorgimento ad un contro risorgimento per come evolve il dibattito politico ed istituzionale».

In serata, per ricordare le celebrazioni con una nota è intervenuto anche il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano: «Le Quattro Giornate di Napoli ci parlano ancora oggi soprattutto di libertà, ricordandoci che va sempre difesa quando è minacciata, come accadde 80 anni fa con la ribellione del popolo napoletano al nazifascismo. Un evento che a buona ragione può ritenersi storico. L’inizio della Liberazione». 

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