Dalla Funzione Pubblica Cisl dell’area metropolitana di Napoli parte un grido di allarme sul rischio caos che incombe sulla sanità partenopea: «A tutt’oggi – dice il leader della categoria Luigi D’Emilio – solo pochissime strutture hanno adottato l’atto aziendale, che rappresenta il documento centrale per la programmazione delle attività e l’organizzazione interna, a partire dalla individuazione delle unità operative complesse e dalle esigenze di organico. E quelle che lo hanno approvato si sono mosse in assoluto silenzio, praticamente in sordina, anziché aprire un ampio confronto di merito con le organizzazioni sindacali per individuare assieme le scelte di salute utili ad una popolazione di circa 3 milioni di cittadini».
La federazione marca soprattutto il dato relativo alle conseguenze che potranno scaturirne in assenza di una inversione di tendenza delle 3 Asl e dei tanti ospedali di rilievo nazionale autonomi che insistono soprattutto sul capoluogo. «Ancora ieri – sottolinea D’Emilio – dalle istituzioni ci segnalano che mancano 15 mila infermieri.
Sulla base di queste preoccupazioni, La Cisl Fp di Napoli annuncia che formalizzerà l’apertura di tavoli di confronto con i vari enti sanitari della provincia. «Non possiamo – conclude il segretario generale metropolitano – perdere ulteriore tempo né consentire che qualcuno possa illudersi di poter coltivare il proprio orticello. Serve una grande operazione verità e trasparenza, perché la salute è di tutti, e tutti devono concorrere a renderla sempre più efficiente. Sappiamo bene che a pensar male degli altri si fa peccato, ma sappiamo anche, come diceva Andreotti, che spesso si indovina. Preferiamo di gran lunga essere smentiti!»