Teatri a Napoli, De Luca insiste ma il Pd insorge: no ai tagli

Mercadante, il governatore non cede: «La Regione resta socio di minoranza»

Manfredi e Sangiuliano
Manfredi e Sangiuliano
di Luigi Roano
Venerdì 21 Aprile 2023, 23:55 - Ultimo agg. 23 Aprile, 10:12
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«Non subiremo più cafonerie e atti di inciviltà». Il presidente della Campania Vincenzo De Luca ritorna sui fondi tagliati al Mercadante. Per il governatore i due milioni non stati erogati - parliamo dei fondi Poc - per un difetto amministrativo da attribuire al direttore dello stabile napoletano Roberto Andò:

«Abbiamo registrato atti assolutamente irragionevoli - spiega De Luca su Facebook nella sua settimanale rubrica - ed immotivati. Stiamo spiegando a tutti che dobbiamo porre fine alla cattiva abitudine che è quella della scorrettezza amministrativa, ovvero quella di decidere le cose da fare prima di approvare i bilanci. Questa abitudine in tutto il mondo civile non esiste».

Va detto al riguardo che i bilanci di previsione vanno fatti sulla scorta di quanto incassato negli anni precedenti alla stessa voce di entrata e poiché la Regione aveva erogato nel 2022 i 2 milioni al Mercadante va da se che nel bilancio di previsione - in quanto tale suscettibile di aggiustamenti - si riportino le stesse voci delle passate annualità. Una prassi consolidata. Il cavillo con il quale il governatore ha tagliato al San Carlo la stessa cifra di 2 milioni.

«Qualcuno ritiene di polemizzare con l’ente - prosegue il governatore - che paga più di tutti e la Regione nel Cda del Mercadante ha un solo componente su cinque».

Quindi mette le cifre in piazza del Mercadante: «La Regione si era impegnata a dare 2 milioni, il Comune 900mila euro, la Città metropolitana un milione e il ministero per i Beni Culturali un milione e 600mila euro».

Il riferimento è ai Poc 2022 fondi tagliati dalla Regione alla luce delle presunte «scorrettezze amministrative» che ci sarebbero state. De Luca conclude chiarendo la sua posizione con il Comune da dove l’irritazione del sindaco Gaetano Manfredi è a livelli di guardia. E forse l’ex sindaco di Salerno se ne è accorto tanto da correre ai ripari. Giova sempre ricordare che Manfredi ha tenuto per sè la delega alla Cultura.

«Nessuno ha fatto la guerra con nessuno. Non abbiamo litigato con nessuno, ovviamente io sono io e Manfredi è Manfredi, e ognuno dice quello che pensa, ma questo non significa litigio». Il caso diventa politico e dal Pd - il partito di De Luca - arrivano le parole di Sandro Ruotolo fresco di nomina nella segreteria nazionale da Elly Schlein Il governatore è sempre più isolato. «La mia solidarietà - spiega Ruotolo - al direttore Andò è totale. Togliere soldi alla cultura è un delitto, perché noi abbiamo bisogno di cultura. Ma è soprattutto inconcepibile e inaccettabile che un presidente di Regione mortifichi e svilisca il proprio ruolo istituzionale, utilizzando quel linguaggio e quelle offese irricevibili. A maggior ragione, se rivolte a uno dei massimi esponenti della cultura contemporanea. Penalizzare istituzioni culturali come il Mercadante e il San Carlo è uno schiaffo alla città di Napoli, il capoluogo della regione che De Luca amministra».

Parole forti che investono direttamente i consiglieri regionali del Partito democratico. L’eco delle sfuriate deluchiane arriva a Parigi in zona ministro Sangiuliano ieri in visita con il sindaco alla biblioteca della capitale francese. Dal Mic tessere la tela per dare fondi alla città sul pianeta cultura e vedersela di volta in volta allungata è un problema politico. E Sangiuliano che è espressione del governo a guida Giorgia Meloni è intenzionato a non lasciare questa vicenda in sospeso. Il dossier Campania è - nella sostanza - sul tavolo della Premier e non riguarderebbe solo la cultura. Critiche a De Luca arrivano dalla Cgil con il segretario del comparto Gianluca Daniele: «Il taglio è inaccettabile. Chiediamo al più presto un incontro con la Regione. La cultura è un pilastro fondamentale di Napoli. Dopo il teatro San Carlo si tratta di un altro colpo ad un luogo di cultura». 

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Il mondo del teatro a livello nazionale si è stretto intorno ad Andò, da Bolzano a Catania arrivano manifestazioni di solidarietà. Tra i primi a scendere in campo lo storico Piccolo Teatro di Milano–Teatro d’Europa: «Il taglio dalla Regione Campania è un segno grave per tutto il mondo della cultura, soprattutto nel giorno in cui il Presidente Mattarella torna a ribadire come l’industria culturale sia una forza trainante del modello produttivo italiano, in quanto generatrice di pensiero critico».

La Fondazione Platea, organismo di rappresentanza dei Teatri Nazionali e dei Teatri di Rilevante Interesse Culturale, «esprime solidarietà ai colleghi del Teatro di Napoli e al direttore Andò. Le sue legittime e garbate rimostranze di fronte ad un taglio dei contributi formalizzato con tempistiche incompatibili con una ragionevole prospettiva di programmazione del festival Pompei Theatrum Mundi, sono state accolte da dichiarazioni offensive e aggressive da parte della Presidenza della Regione Campania». Non è finita qui, la lettera aperta degli intellettuali per la tutela della cultura e dei teatri si arricchisce di nuove e prestigiose adesioni. Tra queste spicca la firma di Stéphan Lissner sovrintendente del San Carlo che ha subito il taglio della Regione e che De Luca ha tentato e tenta di mettere alla porta del Massimo napoletano. 

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