De Luca all'Unione industriali: «A Napoli anni di immobilismo nel silenzio di tutti»

De Luca all'Unione industriali: «A Napoli anni di immobilismo nel silenzio di tutti»
Giovedì 12 Maggio 2022, 14:04 - Ultimo agg. 13 Maggio, 06:34
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«Ho sentito parlare di coesione, che dobbiamo essere coesi. Dobbiamo fonderci. La fusione si fa tra due nuclei e si dà vita a un nucleo più pesante. Ma la fusione tra chi esiste e chi non esiste non è possibile, scientificamente. Noi veniamo da anni, nella città di Napoli, di totale immobilismo, di palude burocratica, demagogia e di silenzi, anche dell'Unione industriali. Non voglio rompere questo clima cardinalizio, avrei voglia di farvi alcune domande ma avremo modo di incontrarci. Il presupposto di essere uniti è parlare un linguaggio di verità». Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, intervenuto all'assemblea pubblica dell'Unione industriali di Napoli. 

«Abbiamo alle spalle l'accumulo di miliardi di euro di debiti a Napoli nel silenzio generale - ha aggiunto De Luca - mentre la Regione sputava sangue per raggiungere, cosa che ha ottenuto nel 2019, l'equilibrio di bilancio al netto delle partite debitorie.

Abbiamo fatto politiche di lacrime e di sangue per l'equilibrio di bilancio che attribuisce alla Campania un outlook positivo, migliore di quello nazionale, mentre qui ci si preoccupava della moneta e della flotta partenopea e si regalavano gli spazi pubblici ai centri sociali, ai violenti e ai delinquenti». 

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Secondo De Luca «è impressionante nella città di Napoli questa palude di trasversalismo in cui si ha la sensazione che sguazzino tutti quanti. In altre realtà d'Italia queste cose avrebbero determinato rivolte della società civile, qui c'è il silenzio totale. Ognuno fa le proprie scelte, l'importante è che nessuno chieda ad altri di essere cardinalizi. Noi stiamo lavorando per fare quello che dobbiamo fare, e mentre altri facevano fallire le aziende di trasporto la Campania ha varato un programma di trasporto immenso».

«Ci sarebbe da fare un chiarimento con il Governo: il tema del Mezzogiorno vi interessa o no? Ce lo diciamo chiaramente, e andiamo avanti. Poi spiegate all'Europa in nome di che prendete 209 miliardi per non fare nulla sullo squilibrio territoriale, sociale e di genere».  

«Io - ha aggiunto De Luca - non mi appassiono ai comitati dedicati al Sud, ma per me il problema è nazionale. Dovremmo dare un orientamento vincolante alle grandi imprese per investire nel Sud, invece non abbiamo una volontà politica conseguente. A Castellammare abbiamo i cantieri navali e quando si è posto il problema delle produzioni navali qualche anno fa, ci è stato detto che i cantieri a Castellammare non possono accogliere navi di grande tonnellaggio. Allora decidiamo che sotto le 50mila tonnellate vengono costruite lì. Cosa impedisce di fare una scelta politica? Hanno cominciato a spezzettare, un po' è andato nel Nordest, un po' a La Spezia e a Genova. Così non va bene».

De Luca, rivolgendosi a Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, ha sottolineato di essere «contro la lagna meridionale. Io voglio che i nostri amici del Nord si convincano che c'è un interesse nostro ad affrontare questo problema. Il Sud è un mercato di consumo interessante, 20 milioni di abitanti sono un Paese medio, e siamo una grande piattaforma logistica verso Africa e Medio Oriente. Se ci presentiamo in Europa senza un terzo dell'Italia già contiamo poco, non conteremo più niente. Credo che abbiamo interesse comune. Io sono per non tagliare risorse al Nord, sono per utilizzare l'incremento di risorse che arriva in Italia per riequilibrare il distanziamento. Oggi non è così».

«Abbiamo una vergognosa disparità nel riparto del fondo sanitario nazionale, delle università, delle politiche sociali, in tutto, ma nessuno combatte perché non è politicamente corretto. Siamo tutti interessati ad avere la vita tranquilla sennò ci dicono che abbiamo cattivo carattere, quindi dobbiamo farci derubare sulla sanità di 200 milioni di euro l'anno. Apriremo a breve un contenzioso con la Corte Costituzionale», aggiunge De Luca, nel suo intervento all'assemblea pubblica dell'Unione industriali di Napoli. «Il riparto del Fondo di sviluppo e coesione non è stato ancora fatto. È vergognoso. Lo dico a bassa voce, così nessuno dirà che ho un cattivo carattere».

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