Doveva essere un incontro chiarificatore dopo le accuse di De Luca al Pd nazionale alla festa dell'Unità di Napoli. E invece niente. In quasi due ore di discussione con i consiglieri regionali dem nell'ufficio del governatore si è discusso solo di fondi europei e dei rapporti, «non sempre facili», tra i i primi ed alcuni assessori della giunta e con i vertici di un paio di partecipate regionali. Un vertice, quindi, tutto tecnico. Degli attacchi alla Schlein e ai vertici del Pd, che pure non erano piaciuti agli esponenti della mozione Bonaccini, nessuno ne fa cenno. Così come sul terzo mandato. «Ma stavolta rispetto al passato, De Luca è sembrato più attento alle nostre ragioni», racconta un consigliere.
Riavvolgiamo il nastro. Il primo ottobre scorso si registra una frattura, l'ennesima, tra il governatore Vincenzo De Luca e il Pd, il suo partito.
Appuntamento alle 14, ieri, nell'ufficio del governatore con tutti e otto i consiglieri. Prima di salire, un caffé ad un bar sotto la Regione dove un consigliere ha chiesto ai colleghi di affrontare anche il nodo dei rapporti tra De Luca e il Nazareno dopo i suoi attacchi. Ricevendo però solo un paio di occhiatacce e una risposta che suonava più o meno così: «Lo faremo con calma, non oggi». Fine della discussione politica.
Il tema, infatti, è un altro e riguarda principalmente il nodo dei fondi europei che l'esecutivo ha centralizzato a Roma. «Ci troviamo di fronte ad un governo che ha accentrato tutto a sé e serve un lavoro comune per sbloccare i fondi. A cominciare dai quelli aggiuntivi altrimenti sarà un problema per molte amministrazioni che entro fine anno devono rendicontare i lavori», esorta l'ex sindaco di Salerno chiedendo a tutti «un impegno maggiore sulla legge urbanistica dove ci giochiamo tutto». Accanto a lui c'è il suo vice Fulvio Bonavitacola mentre fa capolino nella stanza il consigliere delegato ai Trasporti Luca Cascone. E proprio i trasporti sono un altro nodo. Perché i consiglieri lamentano come i vertici di un paio di partecipate, tra cui l'Eav, pecchino in collaborazione con i consiglieri. «A volte alcuni assessori e i vertici di alcune partecipate non ci coinvolgono e siamo costretti a leggere quel che accade dai giornali», dicono più o meno. Il governatore, che ascolta e prende appunti, stavolta viene raccontato come meno impulsivo e più accondiscendente.
«Bisogna correggere queste cose», spiega De Luca mentre sull'Eav rimarca anche come «a breve con l'arrivo dei nuovi treni, la situazione è destinata a cambiare: ci sarà una svolta», promette. Poi si vira di nuovo sui fondi bloccati a Roma. E qui, solo su questo punto, De Luca avrebbe evocato, l'unica volta in due ore, il partito nazionale: «Su questi temi spero ci sia l'impegno del Pd per dare una mano al Mezzogiorno ed ai fondi che gli spettano». A cominciare proprio dal capitolo Fondo e coesione bloccato da mesi a Roma e per quelli aggiuntivi. E su questo punto la Regione è pronta a dare una mano: facendo arrivare alla cabina di regia del ministro Fitto i progetti dei Municipi e garantendo i comuni che rischiano il proprio bilancio se, al 31 dicembre, dovessero mettere quei soldi aggiuntivi che Roma non ha ancora erogato. «Altrimenti - ha fatto presente De Luca - 230 comuni campani rischiano il dissesto».