«È stata la mano di Dio», le foto di Fiorito in mostra al Mann

«È stata la mano di Dio», le foto di Fiorito in mostra al Mann
di Valentina Bonavolontà
Venerdì 15 Aprile 2022, 08:16 - Ultimo agg. 21:35
5 Minuti di Lettura

Napoli allo specchio: passato e presente, memoria e attualità si rincorrono nell’ultimo film di Paolo Sorrentino “È stata la mano di Dio”. Emozioni che il fotografo Gianni Fiorito ha immortalato nei 51 scatti che compongono “È stata la mano di Dio – Immagini dal set”.

Le immagini del film di Paolo Sorrentino “È stata la mano di Dio” dialogano con la statua del Toro Farnese al Mann. Il cinema del regista napoletano saranno al cospetto del monumentale gruppo scultoreo al Museo Archeologico fino al 5 settembre in una mostra curata da  Maria Savarese.

«Torno al racconto del cinema di Paolo Sorrentino, attraverso le fotografie di Gianni Fiorito, dopo 5 anni ,  l’ultima volta fu con la mostra The Young Pope che si tenne a Palazzo Reale di Napoli.» - racconta la curatrice Maria Savarese. - «Questa volta l’emozione è ancora più grande principalmente per due motivi: innanzitutto si tratta di un film fortemente autobiografico ed intimo e poi perché le fotografie sono state allestite intorno ad alcune opere di arte antica fra le più belle ed importanti al mondo.

Non era facile approcciarsi in modo discreto e non invasivo ad un tema così delicato in un contesto così imponente.»   

La mostra è stata finanziata dalla Regione Campania nell’ambito dei progetti Poc Cultura e prodotta da Film Commission Regione Campania, in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli

«Il turismo culturale viene anche mosso da un film o una serie. Sul territorio ci sono tante inziative atte a rendere quetso prodotto sempre più competitivo. Questa mostra testimonia ancora una volta che come Regione stiamo proponendo un'offerta culturale unica in Italia. Siamo orgogliosi.» - dice Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania. 

Vincitore del Leone d’Argento Gran Premio della Giuria all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, candidato al premio Oscar come miglior film internazionale, ‘È stata la mano di Dio’ di Paolo Sorrentino ha conquistato il pubblico ovunque ed è anche un manifesto della Napoli di 40 anni fa contrapposta a quella degli anni Duemila.

Le fotografie non sono la mera riproposizione delle scene girate né la cronaca del backstage, ma una sorta di viaggio nella personale “Grande bellezza” del regista premio Oscar. La macchina da presa e l’obiettivo fotografico corrono da Marechiaro a Posillipo, dal Vomero ai Quartieri Spagnoli, dallo Stadio Diego Armando Maradona a piazza del Plebiscito. E ripercorrono luoghi molto amati da Sorrentino come Capri, la costiera sorrentina, Stromboli.  
 “È stata la mano di Dio – Immagini dal set” è anche una carrellata di volti e corpi, quelli che danno vita al film. E apre a nuove interpretazioni sia sul mondo interiore di Sorrentino – che dal particolare si veste di universale - sia su Napoli, una metropoli in grado di rinnovarsi continuamente e di mantenere intatta la propria identità. 

«Questo evento espositivo che rende omaggio al talento di un regista celebrato nel mondo e alla ‘grande bellezza’ di Napoli si presenta anche come un’occasione importante per sottolineare il grado di maturità raggiunto dal comparto regionale dell’audiovisivo.» - dichiara Titta Fiore, Presidente della Fondazione Film Commission Regione Campania. - «Le foto del set di Paolo Sorrentino raccontano indirettamente, oltre all’appeal del territorio e all’affidabilità dei suoi artisti e professionisti, la capacità di accogliere processi produttivi complessi grazie a un sistema regionale efficace che sta dando risultati molto positivi nel segno della continuità e dello sviluppo». 

Video

Il percorso espositivo si snoda attraverso sei sezioni che rappresentano le diverse anime del film, l'opera più personale e intima di Sorrentino, che svela come dopo la tragica morte dei genitori da adolescente per un incidente domestico nella casa di montagna, il cineasta scopre il cinema. Un'ancora di salvezza, un modo per superare quella "realtà scadente", come la definiva Fellini. La prima sezione è dedicata a San Gennaro e 'o Munaciello. Emblematica la scena onirica che apre il film nella Villa del cardinale Spinelli a Torre del Greco. Quell'enorme lampadario che giace a terra, unica luce nell'oscurità dell'anima dell'inquieta zia Patrizia ( Luisa Ranieri) e l'incontro misterico con ' o munaciello, la via di fuga alla solitudine e alla follia tracciata da Napoli. La fantasia mette al riparo da sentimenti nostalgici, dal tentativo di evocare con rimpianto quello che è scomparso e che non c’è più.

«È stato un set molto emozionante» - racconta Fiorito - «Paolo ed io ci conosciamo da quando ha iniziato a fare il regista: per restituire la bellezza della sua visione artistica, sono dovuto entrare nella sua testa, nel suo racconto. Lo sguardo del fotografo dev'essere coerente con chi sta creando l'opera cinematografica. È un gioco molto sottile catturare le immagini di scena, è una bella sfida con Sorrentino. Ci ha aiutati conoscerci da tempo». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA