Magazzini Fotografici riparte
da «Rome Love» di Simona Filippini

Magazzini Fotografici riparte da «Rome Love» di Simona Filippini
di Cristina Cennamo
Lunedì 31 Maggio 2021, 20:01 - Ultimo agg. 20:10
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Magazzini Fotografici, APS nata da un’idea della fotografa Yvonne De Rosa, che ha come elemento fondamentale l’ obiettivo della divulgazione dell’arte della fotografia finalizzata alla creazione di un dialogo che sia occasione di scambio e di arricchimento culturale, riapre finalmente i suoi spazi al pubblico a partire dal 2 giugno 2021, con la mostra «Rome Love» di Simona Filippini, curata da Chiara Capodici. 

Il progetto nato nel 1993 è un racconto delicato e profondo scritto dalla fotografa con le istantanee della sua polaroid in oltre 26 anni e che vede protagonista la sua città natale. Nelle fotografie dell’autrice possiamo ammirare un’insolita Roma, una capitale sospesa, silenziosa, fotografata nelle calme giornate d’estate, periodo in cui la metropoli riposa e respira dopo lunghi mesi di frenetica attività. 

Le antiche rovine della città e l’importanza della sua gloriosa storia sono affiancate alla moderna e multietnica capitale europea, descritta attraverso la varietà dei suoi volti, la complessità dei suoi edifici, delle strade e della sua rigogliosa natura. 

Dopo aver lavorato per alcuni anni a Parigi, assistente di Paolo Roversi poi free lance, Simona Filippini ha iniziato questo percorso al suo rientro a Roma, e con uno sguardo attento e curioso oggi percorre, riscopre e descrive uno spazio urbano che da allora, 26 anni fa, non ha più smesso di fotografare cambiando negli anni molti modelli di Polaroid, ma restando pur sempre fedele al suo peculiare film e alla sua distintiva impronta stilistica. 

Come spiega la curatrice del progetto Chiara Capodici: «Lavorare con la polaroid significa provare ad afferrare lo scorrere di un fiume, fermarlo per vederlo subito emergere, a volte quasi come pura astrazione, in una visione ampia che respira avvicinando l'antico, il monumentale, il contemporaneo e i dettagli che fanno la vita quotidiana, il familiare e quanto ancora sembra sconosciuto. Il dialogo fra le immagini che Simona realizza con le sue polaroid ha bisogno di esprimersi attraverso relazioni interne, in dittici e trittici che creano fra di loro corrispondenze e rispondenze, rimandi con immagini singole che si relazionano a un insieme più ampio. Attraverso il piccolo formato che a volte si ingrandisce e rende esplicita l’atmosfera pittorica, a tratti quasi astratta di cui si nutre il suo immaginario visivo. Le sue composizioni sono addensamenti narrativi che permettono, a lei moderna esploratrice urbana, di orientarsi, e tracciare nuove mappe e geografie emozionali».

L’emblematico titolo della mostra descrive il rapporto di reciproca intesa che l’autrice instaura con una Roma al tramonto, vissuta e attraversata nelle ore tarde del giorno.

I dettagli fotografati, tra cui gli angoli in ombra della città e le tante insegne luminose, caratterizzano e identificano Roma nella sua unicità e descrivono una narrazione personale ed intima, riflesso della storia e del vissuto dell’autrice.  

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