Margherita Pieracci Harwell tra le grandi scrittici del Novecento: se ne parla alla Biblioteca Nazionale

Era docente di letteratura italiana a Chicago

Margherita Pieracci Harwell tra le grandi scrittici del Novecento: se ne parla alla Biblioteca Nazionale
Giovedì 15 Febbraio 2024, 19:07
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E' dedicata a Margherita Pieracci Harwell la prossima tappa - martedì 20 febbraio ore 16,30- del viaggio proposto dalla Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III ed ideato dalla filosofa Ester Basile tra le grandi scrittrici del novecento. Immagini video di Maria Rosaria Rubulotta e letture dell’attrice Adriana Carli illustreranno la conversazione di Ester Basile.    
Nome poco noto al grande pubblico Margherita Pieracci Harwell ha vissuto gran parte della sua vita negli Stati Uniti  dove è stata docente di Letteratura Italiana moderna e contemporanea presso la University of Illinois di Chicago.   Trai suoi principali interessi  di ricerca  lo studio di Giacomo Leopardi. Dirà la  Harwell "Si legge, come si scrive, perché la vita ci va stretta, coi suoi limiti – forse qualcuno pensa perciò che la letteratura sia un’evasione. Ma ci va stretta la vita quando non ne cogliamo abbastanza la densità, lo spessore".


Margherita Pieracci Harwell  si è molto avvicinata ai  protagonisti del Novecento italiano a lei contemporanei  come Ignazio Silone, Anna Maria Ortese,  Anna Banti, analizzandone gli scritti , tecniche e procedimenti.  La Harwell stessa commenta  “Ne sono nate splendide amicizie, che a loro volta mi illuminano per un grado più intenso di comprensione, e a cui devo quasi tutto quel che ho infine imparato".  


 Dal 1987 cura l’opera  l'amica Cristina Campo   per gli editori Adelphi e Scheiwiller  con gran passione impegnandosi per diffonderne testi e pensiero.  Per  la Campo ha curato i volumi "Gli imperdonabili" e "La tigre assenza", oltre a "Lettere a Mita", una  raccolta delle lettere a lei inviate dalla Campo dal 1952 al 1975.  Un libro che non è solo un epistolario ricco di emozioni   che illustra un’amicizia nata  sotto il segno e nel nome di Simone Weil ma un’opera di straordinaria qualità letteraria:  nelle lettere la scrittura della Campo riesce a esprimere una gamma così mutevole e cangiante di intonazioni e di sfumature, a volte cullante, e quasi incantatoria, in altri è sferzante, aspra, risentita; ma  appare sempre, in esse, la profondità di un pensiero.

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