Napoli, a Palazzo Fondi Teorèma Celèste di Ilaria Abbiento

L'installazione si fonde con la storia della Sala Circolare, completando il cerchio della memoria e riportando in vita ciò che era stato perduto

Teorèma Celèste
Teorèma Celèste
Venerdì 24 Novembre 2023, 16:05
3 Minuti di Lettura

Ilaria Abbiento ha concepito Teorèma Celèste non solo come un'installazione artistica, ma come la conclusione significativa di un percorso di memoria. L'opera si fonde in modo organico con la Sala Circolare di Palazzo Fondi, un luogo che, per diversi anni, ha custodito silenziosamente l'onere di una storia significativa, ora dimenticata. Originariamente destinata a commemorare le vittime civili della prima guerra mondiale, la sala ha subito, come tutto il palazzo, gli affanni dell'abbandono. La memoria dei caduti, incisa nei marmi delle pareti, è stata privata di “voce”. I loro nomi, una volta saldamente presenti, sono scomparsi, lasciando solo “buchi” di ricordi.

In questo contesto, il progetto Sala Circolare si è manifestato in un ciclo di dieci capitoli ciascuno contribuendo in modo unico a restituire la memoria a questa sala dimenticata.

Attraverso 10 visioni artistiche differenti il progetto ha ri-creato la memoria di una caratteristica intrinseca al territorio napoletano, trasformando la sala senza intervenire materialmente su di essa.

Teorèma Celèste emerge come l'unico capitolo dedicato in modo esplicito alla memoria di una persona speciale per l’artista: Oscar, suo padre. In questo lavoro, l'artista ha intessuto una narrazione visiva che va oltre i confini dell'arte immateriale, onorando la memoria del genitore in modo tangibile. L'installazione si fonde con la storia della Sala Circolare, completando il cerchio della memoria e riportando in vita ciò che era stato perduto.

La mostra completa un itinerario tra due luoghi della città, che sono stati reinterpretati in modo temporaneo da un'istallazione di Ilaria Abbiento: Incanto nel tratto dell'Acquedotto Augusteo gestito dall'Associazione VeginiSanità e Teorèma Celèste a Palazzo Fondi. Mentre all'Acquedotto lo sguardo dell'artista di rivolge in basso, verso la terra, ricreando un paesaggio marino immerso nelle profondità della città; a Palazzo Fondi lo sguardo di Ilaria Abbiento si rivolge in alto, verso il cielo, facendo del paesaggio marino il simbolo dell'inizio di un viaggio… verso l'infinito. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA