«Napoli al tempo di Napoleone. Rebell e la luce del golfo», apre la mostra a Napoli

L'esposizione racconta la vivace atmosfera culturale di Napoli negli anni dal 1808 al 1815

A Napoli la mostra «Napoli al tempo di Napoleone. Rebell e la luce del golfo»
A Napoli la mostra «Napoli al tempo di Napoleone. Rebell e la luce del golfo»
di Pasquale Esposito
Giovedì 23 Novembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 24 Novembre, 07:31
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Alla riscoperta della Napoli dell'Ottocento e della sua luce, dei suoi paesaggi. E dei francesi che cercarono di lasciarvi il proprio segno, a cominciare da Gioacchino Murat e da Carolina Bonaparte, sua moglie. Il tutto con il fondamentale passepartout mediatico del ritratto di Napoleone in abito da incoronazione imperiale (che arriva da Capodimonte), accanto a numerose vedute del golfo e dei dintorni, ma anche a disegni e studi preparatori.

La Napoli del cosiddetto «decennio francese» (1805-1814) rivive nella mostra che si inaugura questa sera alle Gallerie d'Italia in via Toledo, promossa da Intesa Sanpaolo in quella che fu la sede del Banco di Napoli.

Una mostra che, approfittando nel titolo della «napoleonite» dilagante, grazie al film di Ridley Scott che arriva nelle sale italiane proprio oggi, vuole suggerire la riscoperta dell'austriaco Joseph Rebell (Vienna 1787-Dresda 1828), artista un po' sparito dai radar.

Ecco, allora, «Napoli al tempo di Napoleone. Rebell e la luce del golfo», a cura di Sabine Grabner, Luisa Martorelli, Fernando Mazzocca e Gennaro Toscano, allestimento di Lucia Anna Iovieno, e realizzata in partnership con il museo Belvedere di Vienna, con la collaborazione dell'Institut Français di Napoli e il patrocinio del Comune.

Rebell, a cui mai era stata prima dedicata una mostra, arrivò a Napoli nel 1812 e, grazie a una presentazione di Beauharnais, ottenne dalla regina Carolina Bonaparte la commissione per una serie di tredici vedute di Napoli e dintorni.

Si affermò, conquistò l'aristocrazia cittadina, dipinse altri paesaggi su commissione, privilegiando vedute partenopee, accompagnate da quinte naturali di rocce nude, o di boschi, o di antichi fabbricati: le sue trasparenze luminose suggestionarono la pittura protoromantica della scuola di Posillipo. 

Nel 1815, dopo la fucilazione di Gioacchino Murat, scappò via e trovò rifugio a Roma, dove rimase fino al 1824, continuando a dipingere vedute di Napoli, delle sue isole, del suo golfo, richiestissime dal mercato. Grazie ai buoni rapporti con l'imperatore, dal 1824 ebbe la nomina a direttore del museo Belvedere di Vienna. 

L'esposizione racconta anche, più in generale, la vivace atmosfera culturale di Napoli negli anni dal 1808 al 1815, regno di Gioacchino Murat e Carolina Bonaparte, di cui sono esposti i bei ritratti giovanili. I due sovrani chiamarono alla loro corte maestri vedutisti francesi come Simon Denis, Alexadre Dunouy, Auguste de Forbin, e riservarono una protezione particolare a Rebell, i cui paesaggi erano sperimentati dal vero e resi con forza drammatica, anticipando la concezione romantica del paesaggio, basata sulla esaltazione dei valori atmosferici e sentimentali. Il suo esempio è stato fondamentale per l'olandese Antoon Sminck Pitloo, che tanti segni di sè ha lasciato a Napoli. 

 

Nelle Gallerie d'Italia le opere di Rebell sono messe a confronto con i paesaggisti suoi contemporanei: il suo maestro Michael Wutky (autore di una celebre eruzione del Vesuvio), il suo maestro, Pierre-Jacques Volaire, Simon Denis, Alexander Dunouy, Louis de Forbin, Johan Christian Dahl.

Settantatrè le opere in esposizione, dipinti di pregio e alcune sculture, provenienti da importanti istituzioni nazionali e internazionali, come il già più volte menzionato Belvedere, l'Accademia viennese di belle arti, la Biblioteca nazionale austriaca, i castelli di Fontainebleau e Versailles, e naturalmente dalla collezione Intesa Sanpaolo. 

Nel corso della presentazione alla stampa di ieri mattina - coordinata da Elisa Ferrio, responsabile delle Attività istituzionali di Intesa, e alla presenza dell'ambasciatore di Francia in Italia, Martin Briens - sono intervenuti anche i curatori e il direttore dei Beni culturali di Intesa Sanpaolo nonché direttore delle Gallerie d'Italia, Michele Coppola: «Questa mostra è un altro appuntamento di rilievo del nostro incontro con Napoli, contrassegnato da un successo di visitatori che sono stati oltre 500.000 da quando abbiamo aperto la nuova sede espositiva», ha dichiarato orgoglioso. 

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