Galleria Toledo, nuova stagione al via con “Spiriticchio. I Fiori di Moro”

Repliche sabato 30 settembre ore 20.30 e domenica 1° ottobre ore 18.

La locandina di 'Spiriticchio. I Fiori di Moro'
La locandina di 'Spiriticchio. I Fiori di Moro'
Mercoledì 27 Settembre 2023, 17:04
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La stagione 2023-2024 di Galleria Toledo - Teatro Stabile d’Innovazione ai Quartieri Spagnoli, diretta da Laura Angiulli, apre venerdì 29 settembre alle 20.30 con “Spiriticchio. I fiori di Moro” di Giovanni Chianelli e Giovanni Conforti, con Ettore Nigro, musiche eseguite dal vivo da Francesco Capriello. Scene Giancarlo Minniti, aiuto regia Giovanni Sbarra, regia Mario Autore. Repliche sabato 30 settembre ore 20.30, domenica 1° ottobre ore 18.

A parlare è Antonio Spiriticchio, il fioraio di stanza a via Fani che il giorno del sequestro di Aldo Moro non si trovò sul luogo di lavoro perché i terroristi la notte precedente avevano provveduto a forare le ruote del suo furgoncino, da cui ogni giorno vendeva i fiori, per impedirgli di essere presente nel luogo del rapimento, sbarazzandosi così di uno scomodo testimone. Spiriticchio è, quindi, il simbolo di chi doveva esserci, e non c’è stato, ad osservare da vicino uno degli episodi cruciali e più controversi della recente storia d’Italia; come ogni abitante, come tutto il paese.

E così quel dover esserci e non esserci stato diventa la metafora di una verità sepolta, di una realtà che sfuggì e sfugge ancora a chi aveva il diritto di sapere.

Conservato in una scatola nera mai più ritrovata, il sequestro di Aldo Moro assume i contorni mitici di un momento che resterà per sempre impresso nella memoria - Tu dov’eri quel giorno? -.

Circondato ogni giorno dai colori, l’uomo del popolo, che conosce il linguaggio dei fiori e dispensa consigli in merito ai clienti, incrocia, senza volerlo, la vicenda del presidente della Democrazia Cristiana: la storia con la s minuscola, dunque, entra in contatto con la grande Storia. Un triste intreccio riscattato dalla dolcezza del fiore, trait d’union, secondo Spiriticchio, della sequenza micidiale che portò al rapimento: il cognome di uno dei brigatisti (Raffaele Fiore), il segnale del passaggio delle auto dato con un mazzo di fiori, fino ai petali ritrovati sul cadavere di Moro. 

 

La scena è una vera e propria installazione museale, realizzata con materiale “riciclato”.

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