Napoli, ai rom case e utenze gratis: «Così liberiamo il campo»

8,2 milioni di euro per centrare l’obbiettivo sgombero

Napoli, ai rom case e utenze gratis: «Così liberiamo il campo»
Napoli, ai rom case e utenze gratis: «Così liberiamo il campo»
Paolo Barbutodi Paolo Barbuto
Mercoledì 13 Marzo 2024, 23:48 - Ultimo agg. 15 Marzo, 07:33
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Bisogna liberare l’area occupata 24 anni fa dai rom a Scampia, e siccome l’operazione è estremamente difficile, il Comune di Napoli decide di investire 8,2 milioni di euro per centrare l’obbiettivo. Ma non basta: ai residenti del campo, palazzo San Giacomo pensa di promettere case fresche di ristrutturazione, un percorso di avviamento al lavoro, esonero dal pagamento delle bollette e delle tasse locali e, per chi non accetterà la casa, un assegno da diecimila euro per le spese iniziali dopo aver lasciato la baracca di lamiere. L’urgenza cresce soprattutto perché il campo occupa gli svincoli dell’asse perimetrale Melito-Scampia, che consentirebbe al quartiere di avere, finalmente, un collegamento stradale immediato per gli spostamenti. Invece quell’uscita è chiusa, da sempre, perché nel 2000 la comunità rom ha deciso di insediarsi esattamente in quel posto, tra piloni e asfalto che oggi è ricoperto da poca vegetazione e da tonnellate d’immondizia.

In realtà nel progetto presentato dal Comune non viene nemmeno citata l’esigenza di liberare gli svincoli; in quelle carte si parla di necessità di inclusione, di avviamento al lavoro, di forte esigenza di scolarizzazione.

Anche se, alla fine, tutto si riduce alla grande necessità di smantellare quel campo rom perché blocca la strada e soprattutto perché da quel luogo, con frequenza inusitata, si sprigionano le nubi tossiche degli incendi di monnezza.

Bisogna liberare il campo rom, dicevamo, così il Comune mette in campo un progetto che più allettante non si può: ad ogni nucleo familiare verrà assegnato un appartamento che palazzo San Giacomo ha ottenuto dai beni confiscati alla malavita. Ciascuno dei 32 appartamenti identificati per ospitare nuclei provenienti dal campo, verrà minuziosamente ristrutturato prima di essere consegnato ad ognuna delle famiglie rom, ma prima della consegna sarà anche acquistato arredamento nuovo di zecca per rendere più accoglienti quelle case: costi di ristrutturazione e acquisto arredamento fissati in quattro milioni di euro. Inoltre, dopo aver preso possesso delle abitazioni, le famiglie saranno esentate, per tre anni consecutivi, dal pagamento delle bollette di acqua, corrente elettrica e gas; ma non solo, il Comune si caricherà anche le spese per la Tari in modo da non pesare sulle finanze dei nuclei rom invitati a entrare negli appartamenti ristrutturati.

Il progetto messo in campo da palazzo San Giacomo va anche oltre il mero trasferimento dal campo alle nuove abitazioni e prevede pure un inserimento nel mondo del lavoro per i rom che non hanno un posto fisso. È garantito, a chi ne farà richiesta, un percorso di tirocini lavorativi da venti ore settimanali, che comprende anche un indennizzo economico per i partecipanti. Alla conclusione del tirocinio, se il lavoratore verrà assunto per almeno due anni, al datore di lavoro palazzo San Giacomo garantisce un bonus economico.

In totale, come detto, il progetto ha un valore di 8,2 milioni di euro: il Comune conta di riceverli direttamente dal Ministero dell’Interno per il tramite della Prefettura di Napoli sulla scorta di una legge del 2008, la numero 61, che prevedeva fondi specifici per i Comuni. All’epoca, nel 2010, Napoli ottenne 10,4 per abbattere e ricostruire un palazzo di via delle Industrie, nell’area Est, da destinare proprio all’accoglienza dei rom. Quel progetto fallì per problemi tecnici in fase di abbattimento e, oggi, il Comune di Napoli chiede di recuperare quel denaro per investirlo in questa nuova iniziativa. La giunta Manfredi, riunita il primo di marzo, ha approvato il progetto che verrà ufficialmente posto alla candidatura del Ministero. Una volta ottenuto l’accesso ai finanziamenti, partiranno le operazioni di convincimento della popolazione rom del campo di Cupa Perillo affinché si accontentino dell’offerta di trasferimento in case appena ristrutturate e ammobiliate, senza spese per le bollette.

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Quante sono le persone da spostare dal campo rom di Cupa Perillo, con il gigantesco investimento da 8,2 milioni? Anche su questo il progetto del Comune è estremamente preciso: gli ospiti del campo sono esattamente 322, 173 adulti e 149 minori. Da un paio di giorni, però, dopo gli arresti per i roghi tossici (dei quali leggete in questa stessa pagina) sono diventati 318. Sono suddivisi in 74 nuclei familiari, 32 dei quali composti da più di cinque persone, ma ce n’è anche uno che comprende due genitori e otto figli per un totale di dieci persone che condividono la stessa baracca.

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