Napoli, niente drammi: voltare pagina in Champions

di Francesco De Luca
Venerdì 3 Marzo 2023, 23:45 - Ultimo agg. 4 Marzo, 07:00
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Un’impresa Sarri è riuscito a farla, a quattro anni dallo scudetto perso col Napoli: ha fermato la capolista riducendo un po’ il suo gigantesco vantaggio in classifica. Per riuscirvi ha tradito se stesso perché ha tenuto la Lazio bassa, quasi arroccata davanti a Provedel. E per gli azzurri questa caduta non è un dramma.

Il ritorno di Maurizio a Fuorigrotta ha inquietato Spalletti, profondo estimatore del Comandante che nel 2018 aveva tentato l’assalto al Palazzo. E anche per questo ha accarezzato il piede sinistro della statua di Maradona, cercando quasi una protezione celeste. La partita si è rivelata in effetti complicata per il Napoli: la Lazio ha subito sfiorato il vantaggio con il colpo di testa di Vecino respinto - altro colpo di testa - da Di Lorenzo sulla linea. Lenta la circolazione della palla, poco pungenti Osimhen e Kvara, al tiro si è visto nel primo tempo il solo Anguissa. La capolista ha mostrato un’altra faccia, come se all’improvviso non vi fossero state più la leggerezza, l’organizzazione e l’efficacia che si sono fin qui ammirate. Eppure, gli azzurri avrebbero dovuto essere più freschi rispetto agli avversari, scesi in campo 48 ore dopo il Napoli nel precedente turno di campionato e peraltro con una partita di coppa nelle gambe.

Sarri è stato abile a non concedere per un tempo spazi a Spalletti, ad obbligarlo a cercare una soluzione che tardava ad arrivare anche perché i suoi erano imprecisi nella manovra e affrettati nelle conclusioni. La Lazio ha svolto il suo compito con precisione e ha trovato il gol del vantaggio con una bordata di Vecino - l’ex interista in passato seguito dal Napoli - servito dal colpo di testa di Kvaratskhelia. La sua luce (come quella di Osimhen, che nel finale ha centrato la traversa) non si è accesa in una serata in cui avrebbe potuto ulteriormente incrementare il proprio vantaggio.

In alcuni azzurri si è notata comprensibile stanchezza, tuttavia Spalletti aveva effettuato un solo cambio rispetto ad Empoli, schierando Olivera al posto dello squalificato Rui. Ecco, è possibile che la difficoltà di ieri possa essere dipesa anche da un affaticamento più mentale che fisico e questo potrebbe suggerire al tecnico di effettuare una mini turnazione perché le risorse non mancano. La differenza sottolineata da Sarri rispetto al suo ciclo è proprio nella profondità della rosa, rassicurante per il prosieguo della stagione.

Non è l’aria di Napoli, con le bandiere azzurre da giorni presenti in tante zone della città, ad aver distratto la squadra. La reazione allo svantaggio è stata forte ma non sempre la coppia Osi&Kvara può sfornare meraviglie calcistiche e gol. Spalletti ha messo in campo tutte le risorse, puntando sul doppio centravanti Osimhen-Simeone per pareggiare i conti con una Lazio organizzata, salita, almeno per una notte, al secondo posto in una classifica dove non vi sono stati scossoni. Certo, era dal 10 aprile scorso, quasi undici mesi, che il Napoli non perdeva in casa: quel 2-3 contro la Fiorentina rallentò la marcia verso lo scudetto. Lo scenario è completamente diverso. Fa notizia che dopo una lunga serie - nove vittorie di fila tra campionato e Champions - gli azzurri si siano fermati, perdendo l’imbattibilità interna stagionale. Ma niente drammi. Il margine di vantaggio consente di poter riordinare le idee e recuperare le energie per le prossime sfide, ancora in casa, con la scorbutica Atalanta e l’Eintracht che dopo lo 0-2 in casa ha poche chance di riaprire i giochi per i quarti. Che sia chiaro a tutti: niente è cambiato per il Napoli. 

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