Napoli-Fiorentina, probabili formazioni: Garcia sceglie i titolarissimi

In difesa torna Mario Rui, nella ripresa spazio a Lindstrom

Victor Osimhen col Real
Victor Osimhen col Real
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Domenica 8 Ottobre 2023, 08:00 - Ultimo agg. 19:59
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E ora questo Napoli deve dimostrare di saper perdere. Che non significa solo accettare la sconfitta, ma soprattutto assorbirne gli effetti, senza farsi intossicare le gambe e il cervello. Nella stagione scorsa il Napoli di Spalletti ha iniziato a perdere in Champions (a parte l'inutile ko con il Liverpool) solo quando la gioia per lo scudetto iniziava ad anestetizzare ogni delusione. Stasera, con la Fiorentina, gli azzurri devono riprendersi dallo sfregio bruciante della sconfitta in casa con il Real allenato da Ancelotti che ridimensiona i sogni di grandezza in Champions. Perché le notti in giro per il Vecchio Continente, un anno fa, da quelle con il Liverpool al Maradona e a quelle di Glasgow e Amsterdam, consegnavano poi al campionato la sensazione di una corazzata. Ora è diverso. Il Napoli, e non succedeva da tempo, scende in campo a pochi giorni da un ko in una fase a gironi. Ed è evento raro. La prima risposta è, se oltre ai tre punti, Carletto ha, per caso, saccheggiato anche le certezze, rotto un piccolo incantesimo. Da poco, nuovamente, riconquistate. È questione di classifica, perché là in vetta tutte iniziano ad accusare passi falsi. Saranno circa 45mila gli spettatori per la notte con la Fiorentina di Vincenzo Italiano. E quel che conta, stasera, è il successo. Rudi Garcia evita il turnover. Vuole in campo il Napoli di sempre perché torni quello visto con Lecce e Udinese, come il motociclista che rimonta in sella dopo una caduta traumatica. Con più fame però. Ecco, Garcia al Maradona, ieri sera, nell'allenamento a porte chiuse, lo ha preteso. Poi, la cena nel ventre dello stadio prima del ritorno a casa. Oggi il ritrovo a Pozzuoli, a due passi dalla Solfatara. 

Mario Rui, nonostante lo scontro tra il tecnico e il suo agente, era già destinato al ruolo di titolare, nel ballottaggio con Olivera. Se non dovesse giocare anche stasera, vorrebbe dire che paga il prezzo della lamentele di Giuffredi. In panchina si rivede Amir Rrahmani.

La qualità e la ricchezza dell'organico del Napoli consentono a Garcia di neutralizzare la dispersione di energie da Real Madrid. Ma alla fine giocheranno sempre gli stessi, anche se molti hanno giocato 7 partite in 20 giorni. Diciamolo: la Fiorentina non è messa meglio. Ha 48 ore di riposo in meno e la Conference non è una parentesi di gioia. Qualche riflessione è in corso da parte di Rudi. Perché a tre staffette sta pensando, il francese: Cajuste per Anguissa, Lindstrom per Politano e Raspadori per Osimhen. Sì, magari entreranno tutti nella ripresa, ma ieri sul prato di Fuorigrotta Garcia ha insistito nelle prove tattiche. Ma partiranno i titolarissimi. La fase di transizione tra Spalletti e Garcia non è stata assorbita in modo fulmineo e indolore. La batteria di prime punte azzurre impone partite giocate sempre ad altissimo livello. De Laurentiis è convinto che il Napoli sia una specie di Ferrari (magari quella dei bei tempi) e che ogni Gp debba essere dominato fin dal primo giro. La Fiorentina è un avversario speciale: uno dei pochi club alleati di De Laurentiis. Talmente fedeli che, pur di non fare un torto a Commisso, il patron ha rinunciato all'assalto ad Italiano quando ha capito che rientrava nei progetti viola. 

Garcia appare risentito per le critiche ricevute. Sarà che ha perso un po' di allenamento nel maneggiarle. In realtà vorrebbe che il Napoli dicesse pubblicamente che la pretesa è una stagione di crescita al vertice, con il posto in Champions come soglia della soddisfazione. In questo caso, il sogno è nell'orbita del possibile e la classifica non può che essere soddisfacente. Italiano avrà una gran voglia di dare spettacolo con l'identità tattica che ha fatto da tempo maturare alla sua squadra. Il Napoli ha vissuto una pacata odissea, ma l'attuale versione garciana del 4-3-3 sembra aver portato equilibrio e protezione alla difesa. Non c'è più la squadra che si allungava fino a spaccarsi in due e farsi trafiggere in contropiede (Lazio e Genoa) se osava attaccare. Contro Bologna, Udinese e Lecce, il Napoli ha sofferto il minimo. Con la protezione e la sicurezza sono cresciuti i singoli: Zielinski su tutti. 

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