Ciò che accadeva nelle sfrenate notti di Villa San Martino da tempo non è

Ciò che accadeva nelle sfrenate notti di Villa San Martino da tempo non è
Venerdì 29 Maggio 2015, 03:22
2 Minuti di Lettura
Ciò che accadeva nelle sfrenate notti di Villa San Martino da tempo non è più un segreto, è «data per acquisita la prova certa che, presso la residenza di Arcore di Silvio Berlusconi, vi fu esercizio di attività prostitutiva che coinvolse anche Karima El Mahroug». Eppure «l'aspetto fisico» di Ruby e il suo «modo di comportarsi non tradivano minimamente la sua età effettiva». Perciò quando l'ex premier apriva le porte della sua lussuosa residenza alla bella marocchina non era conscio di trovarsi di fronte a una ragazza di diciassette anni e sostenere il contrario vale quanto una supposizione, priva di alcuna base giuridica. I giudici della Cassazione ribadiscono così, in 27 pagine di motivazioni, il verdetto di assoluzione della Corte d'Appello di Milano, che ha ribaltato la condanna di primo grado a sette anni per prostituzione minorile e concussione. Per la Suprema corte appare acclarata l'organizzazione di «serate disinvolte» ma «rimane tutto da provare» che l'ex premier, prima della notte in questura del 27 maggio 2010, sapesse della minore età di Ruby. Il ricorso con il quale la Procura generale di Milano ha insistito per l'incriminazione di Silvio Berlusconi per il reato di prostituzione minorile è «assolutamente generico e assertivo, limitandosi ad affermare che la frequentazione di donne minorenni da parte dell'imputato ”era notizia di dominio pubblico”». Ma questo non basta a dimostrare che anche il leader di Forza Italia ne fosse al corrente e se crolla la consapevolezza sulla data di nascita di Ruby, frana l'intera impalcatura dell'inchiesta. Per la Cassazione ad Arcore andavano in scena «serate spregiudicate», ma tra adulti (o presunti tali come Karima) consenzienti. E la tesi dei giudici di primo grado, secondo cui Emilio Fede avrebbe avvisato il cavaliere della vera età di Ruby, non viene ritenuta plausibile. Quanto all'accusa di concussione, gli ermellini superano le due precedenti sentenze di merito e spazzano via le polemiche sugli effetti dello spacchettamento del reato introdotto dalla legge Severino. «Non è dato apprezzare alcuna prevaricazione induttiva» da parte di Berlusconi nei confronti del capo di gabinetto Piero Ostuni affinché rilasciasse subito Ruby, rilevano.