La cena di fratellanza ultrà fra i tifosi dell’Inter arrivati a Roma per la finale di Coppa Italia contro la Fiorentina e quelli della Lazio, l’altra sera al Pantheon, è finita con l’accoltellamento in strada di un ragazzo romano di 21 anni. Non un tifoso, ma un giovane qualsiasi che martedì sera passeggiava insieme con due amici tra i locali di via dei Coronari e piazza Navona. All’improvviso dietro di lui, come un’ombra, è spuntato il gruppone ultrà: abiti scuri, lame e cinte sfilate dai pantaloni alla mano. Qualcuno alla fine ha affondato il fendente sul povero ventunenne. Un raid folle, senza un reale motivo, in pieno centro, su cui ora indaga la polizia che avrebbe identificato una decina di ultrà fra cui tre interisti già noti alla Digos di Milano. Rischiano la denuncia per aggressione, lesioni e lesioni in concorso. In pochi istanti si è scatenato l’inferno. Mentre gli aggressori fuggivano via, gli amici del ferito hanno cercato di tamponare il sangue che usciva.
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Sul posto è arrivata l’ambulanza del 118 che ha accompagnato il giovane al pronto soccorso dell’ospedale Santo Spirito.
RIONE PONTE
La strada che una volta era appannaggio di antiquari e botteghe di alto artigianato, via dei Coronari, infatti, con l’apertura di diversi locali è divenuta polo di attrazione per chi è deciso a fare le ore piccole. Così come anche tutta l’area tra il Chiostro del Bramante e via della Pace. «La situazione - raccontano gli abitanti - è fuori controllo. Ci sono locali che mettono la musica alta dalle 19 fin oltre l’una e le due della notte. E nessuno verifica, non si vede un vigile. I ragazzi bevono e si spaccia a tutte le ore. Ci troviamo centinaia di giovani sotto le finestre, le liti sono all’ordine del giorno. Come è accaduto a Monti, sta avvenendo anche qui: saremo costretti a lasciare le nostre case se non si interverrà».
GEMELLAGGIO
Martedì sera interisti e laziali si erano ritrovati alla vigilia della finalissima di Coppa Italia giocata l’indomani, mercoledì, all’Olimpico tra la squadra di Simone Inzaghi e la Fiorentina. I biancocelesti non potevano non ospitare i loro “fratelli” nella propria città e l’appuntamento era in una taverna del Pantheon. Una cena, insomma, per suggellare un gemellaggio storico, che dura da più di trent’anni. Un percorso comune costellato di rispetto reciproco e condivisione di valori calcistici e ideologici. Martedì, purtroppo, hanno invece condiviso l’agguato al giovane passante.