Germano Celant morto di coronavirus, era il padre dell'Arte Povera. Franceschini: «Lascia un'Italia senza il suo genio»

Germano Celant morto di coronavirus, era il padre dell'Arte Povera. Franceschini: «Lascia un'Italia senza il suo genio»
Germano Celant morto di coronavirus, era il padre dell'Arte Povera. Franceschini: «Lascia un'Italia senza il suo genio»
di Laura Larcan
Mercoledì 29 Aprile 2020, 14:25 - Ultimo agg. 19:34
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Lutto nel mondo dell'arte. E' morto Germano Celant, il famoso critico d'arte che aveva teorizzato l'Arte Povera. Si è spento all’età di 80 anni, lottando contro il coronavirus. Era ricoverato in terapia intensiva all'ospedale San Raffaele di Milano, dove le complicazioni dovute al Covid-19 non gli hanno dato chance. Nelle ultime settimane di ricovero la situazione sembrava stabile, condizione che aveva quasi fatto sperare in un miglioramento. Ma nelle ultime ore, la situazione si è aggravata. A piangerlo, la moglie Paris Murray e il figlio Argento Celant. Sembrerebbe che Germano Celant avesse manifestato i primi sintomi di ritorno dagli Stati Uniti, dove era stato per l'Armory Show.

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Subito è arrivato il cordoglio del ministro dei beni culturali Dario Franceschini:
«Oggi il mondo della cultura e della creatività piange la scomparsa di un suo altro grande esponente. Germano Celant, critico d'arte e curatore cui si deve una delle avanguardie creative italiane più feconde del Novecento, lascia un'Italia impoverita del suo genio e del suo talento».

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Genovese di nascita (classe '40), Germano Celant ha scritto la storia dell'arte contemporanea del secondo dopoguerra. Critico d'arte e curatore di eventi memorabili, a lui si deve la "creazione" del movimento dell'Arte Povera che negli anni '60 elaborò espressioni artistiche basate sul «ridurre  ai minimi termini, nell'impoverire i segni, per ridurli ai loro archetipi», per usare le sue stesse parole. Fu Celant a raccogliere attorno a questo "credo" personaggi del calibro di Pistoletto, Merz, Kounellis, Pascali, Zorio, Prini, Anselmo, Boetti. La prima storica mostra avvenne nel 1967 nella Galleria La Bertesca della sua Genova.  

Al suo nome è legata, poi, l'edizione del 1997 della Biennale di Venezia, di cui fu direttore, ma già dal 1989 era senior curator al Guggenheim Museum di New York. Proprio nella prestigiosa istituzione americana, Celant aveva allestito nel 1994 la grande mostra "Italian Metamorphosis 1943-1968", con l'obiettivo di avvicinare l'arte italiana contemporanea alla cultura americana. Dal 2015 era direttore artistico della Fondazione Prada, realizzando importanti mostre tra Milano e Venezia. 
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