Genova, il giallo dell'ex infermiere
Ucciso con una fucilata e decapitato

Genova, il giallo dell'ex infermiere Ucciso con una fucilata e decapitato
Mercoledì 12 Ottobre 2016, 18:45 - Ultimo agg. 19:28
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Un cercatore di funghi è stato trovato decapitato nei boschi di Lumarzo, piccolo comune della provincia di Genova, nei pressi di Chiavari. La testa dell'uomo non è stata trovata. La vittima è Alabono Crocco, 68 anni, abitava a Lumarzo. L'uomo era uscito da casa ieri mattina per andare a cercare funghi: non tornando a casa ieri pomeriggio sono scattate le ricerche e ieri sera è stato trovato il cadavere nei boschi della Valfontanabuona. In un primo momento agli investigatori è sembrato che il fungaiolo potesse aver perso la testa cadendo rovinosamente in un dirupo per 50 metri. Ma questa mattina sul collo dell'uomo sono stati trovati ferite da pallini sparati da un fucile da caccia e il comandante del reparto operativo dei carabinieri di Genova, ha parlato chiaramente di omicidio.

 Gli investigatori che stanno indagando sull'uccisione di Albano Crocco, stanno ascoltando familiari e amici della vittima per capire se avesse nemici e avesse litigato o avuto anche uno screzio con qualcuno. Ma dalle parole di tutti una sola certezza: l'ex infermiere era un tipo tranquillo e non aveva nemici. S'indaga in particolare su tre persone. E accertamenti sono in corso anche nel mondo dei cacciatori. Ieri l'attività venatoria era vietata. Per questo sono state ascoltate alcune persone che in passato erano state fermate nella zona per attività di bracconaggio. Le indagini sul delitto sono condotte dal nucleo investigativo della compagnia di Chiavari insieme alla sezione rilievi del comando provinciale di Genova. Sul posto anche il nucleo cinofili per rintracciare la testa della vittima. 

La scena dell'omicidio è stata ricostruita.
L'uomo sarebbe stato ucciso all'inizio del sentiero che imboccava per raccogliere i funghi. Qui gli sarebbe stato sparato un colpo di fucile a pallini alla nuca. Una volta a terra sarebbe stato decapitato con una grossa arma da taglio, verosimilmente un machete, e poi trascinato per cento metri e spinto in un dirupo. Lungo il percorso sono stati ritrovati il portafoglio e il cellulare dell'ex infermiere. I carabinieri hanno ricostruito la scena dalle tracce ematiche trovate lungo il sentiero. Resta il mistero della testa che ancora non è stata trovata. L'assassino potrebbe averla fatta sparire per nascondere tracce che possano ricollegarlo a lui. Oppure potrebbe trattarsi di una sorta di «avvertimento» ai familiari.
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