Mafia Capitale, processo immediato ​per Carminati e altri 33: prove schiaccianti

Mafia Capitale, processo immediato ​per Carminati e altri 33: prove schiaccianti
Lunedì 1 Giugno 2015, 12:56 - Ultimo agg. 20:08
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«Il mondo di mezzo» va a processo. La Procura di Roma accelera e ottiene dal gip il via libera al giudizio immediato per 34 persone, di fatto il gotha degli indagati nella maxinchiesta sulla Mafia di Roma.

L'impianto accusatorio per il magistrati di piazzale Clodio è solido al punto da poter bypassare le udienze preliminari ed affrontare subito il dibattimento in aula che scatterà il prossimo 5 novembre davanti ai giudici della decima sezione collegiale. Il tribunale capitolino è chiamato, quindi, a processare tutti i massimi esponenti del clan a cominciare da Massimo Carminati, ex militante della formazione di estrema destra dei Nar, ritenuto da chi indaga a capo del sodalizio che era riuscito a mettere le mani su appalti milionari e a ramificare le sue influenze nelle stanze del Campidoglio durante la gestione di Gianni Alemanno, finito anch'egli nel dicembre scorso nel registro degli indagati.

Di fatto i pm Paolo Ielo e Giuseppe Cascini, hanno ottenuto il processo per tutti i soggetti che sei mesi fa vennero raggiunti da ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Nei loro confronti si contesta, tra gli altri, l'associazione a delinquere di stampo mafioso e la corruzione. Un intreccio di politica e affari che passerà, ora, al vaglio dei giudici. Tra i nomi che sfileranno davanti al tribunale anche quello di Salvatore Buzzi, l'uomo che tirava le fila delle cooperative in affari con le istituzioni locali, Franco Panzironi, l'ex potentissimo amministratore delegato di Ama e ritenuto la cerniera tra il clan e gli ambienti politici. A processo anche Luca Odevaine, ex responsabile della polizia provinciale e passepartout per Buzzi e soci nel business legato alla gestione dell'immigrazione.

Gli inquirenti l'hanno ribattezzata «Mondo di mezzo», per sintetizzare un'area di confine tra i due diversi «mondi», quello legale e quello illegale, in grado di garantire le relazioni funzionali al conseguimento degli interessi dell'organizzazione. In questo «sottomondo» di malaffare, fatto anche di collegamenti tra ambienti di estrema destra e politica, il ruolo primario è di Carminati, accusato di aver fatto parte della Banda della Magliana. Un passato che non passa, ma che ancora distribuisce le carte gestendo, grazie all'uso costante della minaccia e della violenza, il potente di turno, l'imprenditore, il professionista e il manager di stato.

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