Michelle Causo, il killer parla 4 ore senza pentirsi: «Avevo fumato hashish. Dovevo ripagare un debito, lei si è infuriata»

Roma, il gip ha convalidato l’arresto del diciassettenne: adesso è in carcere

Michelle Causo, il killer parla 4 ore senza pentirsi: «Avevo fumato hashish. Dovevo ripagare un debito, lei si è infuriata»
Michelle Causo, il killer parla 4 ore senza pentirsi: «Avevo fumato hashish. Dovevo ripagare un debito, lei si è infuriata»
di Michela Allegri e Flaminia Savelli
Domenica 2 Luglio 2023, 00:03 - Ultimo agg. 3 Luglio, 08:21
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Ha risposto in modo lucido, a tratti freddo, senza scomporsi. Ha detto di avere consumato hashish, ma ha negato di avere agito sotto l’effetto di droghe pesanti. In quattro ore, il diciassettenne arrestato a Roma per avere ucciso Michelle Maria Causo e avere poi abbandonato il cadavere accanto ai cassonetti di via Giuseppe Dusmet, a Primavalle, ha ricostruito davanti al gip la folle giornata di mercoledì scorso. Poi il magistrato ha disposto per lui la custodia cautelare: è stato trasferito nel carcere minorile di Casal del Marmo. Durante l’interrogatorio di garanzia, avvenuto nel centro di prima accoglienza di via Virginia Agnelli, il ragazzo ha ribadito la versione già fornita al momento dell’arresto: «Le dovevo circa venti euro per pagare qualche canna, per questo Michelle era venuta a casa mia. Non avevo i soldi e lei si è infuriata». E ancora: «Le ho detto: Ma che ci devi fare con quei soldi? Lei ha cominciato a insultarmi e aggredirmi, ho visto il coltello e l’ho preso. Poi l’ho colpita», è il senso delle parole del giovane.

IL MOVENTE
Una ricostruzione che continua a non convincere chi indaga: si tratta di un movente troppo banale, esile, per giustificare una violenza cieca.

Tanto che al ragazzo potrebbe venire contestata anche l’aggravante di avere agito per futili motivi, oltre a quella della crudeltà. Michelle è stata colpita con sei fendenti: il primo alla schiena, gli altri all’addome e al collo. L’appartamento di via Dusmet, due stanze dove il ragazzino abitava insieme alla madre - che era al lavoro -, era completamente sottosopra: segno della reazione della ragazza, che deve avere cercato di fuggire durante l’aggressione.

«Avevate assunto stupefacenti?», la domanda del gip. «Avevo fumato solo una canna», ha risposto il ragazzino. Il magistrato ha cercato di scavare più a fondo, per capire se i due adolescenti avessero una relazione, per capire se il movente possa essere di tipo passionale. Ma anche su questo punto, ripetendo quanto già detto alla pm minorile Anna Di Stasio, il diciassettenne è stato categorico: «Michelle era solo un’amica».

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Di fronte alla madre e ai magistrati, il ragazzo ha ricostruito anche le ore successive al delitto. Ha lasciato il cadavere nell’appartamento, è sceso in strada, è andato a prendere un carrello della spesa in un supermercato alla fine della via e l’ha portato davanti al portone d’ingresso del palazzo. Poi, è tornato in casa, ha infilato il corpo di Michelle in un sacco della spazzatura e l’ha coperto con dei vestiti. L’ha trascinato giù per le scale. A un vicino, che gli ha chiesto cosa contenesse, ha risposto che dentro c’era un suino. È stato l’uomo a chiamare il commissariato di Primavalle. Quando gli agenti sono arrivati, il sacco era già stato messo dentro al carrello della spesa e abbandonato accanto ai cassonetti. I poliziotti sono entrati nell’appartamento: il ragazzo stava cercando di lavare via il sangue dai muri e dai pavimenti, aveva le scarpe sporche. Non era riuscito nemmeno a pulire il coltello usato per uccidere Michelle: era sul lavabo della cucina. Sul tavolo della sala, il cellulare della ragazzina. Il diciassettenne ha cercato di depistare anche gli agenti: ha ripetuto che era sangue di animale e che aveva buttato la carcassa in un cassonetto diverso da quello che si trovava vicino al cadavere dell’amica. Ma gli investigatori hanno seguito le tracce di sangue e sono arrivati al carrello. Quando hanno aperto il sacco e trovato il corpo, il ragazzino è stato arrestato in flagranza di reato.

 

LA MISURA
Ieri il gip ha convalidato la misura e ha disposto il carcere. Il ragazzo, di origine cingalese ma nato a Roma, ha lasciato il centro di prima accoglienza a bordo di un’auto della polizia: la testa abbassata, il corpo nascosto tra i sedili posteriori, per evitare i flash dei fotografi appostati in strada. Non è stata disposta una perizia psichiatrica sul diciassettenne - potrebbe però chiederla la difesa - ma i servizi minorili competenti del ministero della Giustizia, su delega della Procura, effettueranno un accertamento approfondito sulla personalità dell’indagato. Per il momento il ragazzo sembra non pienamente consapevole della gravità di quello che ha fatto, chi indaga sostiene che non sembri particolarmente addolorato, o pentito. Le indagini, comunque, proseguono: gli agenti della Squadra mobile stanno continuando a sentire testimoni e amici, mentre informazioni importanti arriveranno dall’analisi dei cellulari della vittima e dell’indagato. Gli inquirenti cercano chat e messaggi che chiariscano i contorni della relazione tra i due, ma anche fotografie e video delle ultime ore trascorse insieme. Dopo l’autopsia, effettuata due giorni fa all’Istituto di medicina legale del policlinico Gemelli, è arrivato il nulla osta per la salma. Ieri è stata fissata la data dei funerali di Michelle: si svolgeranno mercoledì alle 11 nella chiesa della Presentazione a Primavalle.
 

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