Neonato muore a Roma, forse scosso con violenza. La madre: «Caduto dalla culla»

Il piccolo arrivato in gravi condizioni al Gemelli, inutili i tentativi di salvarlo. Portato in elicottero da Foggia: era in casa con la mamma al momento dell’incidente

Neonato muore a Roma, forse scosso con violenza. La madre: «Caduto dalla culla»
di Valeria Di Corrado
Giovedì 22 Giugno 2023, 00:05 - Ultimo agg. 10:00
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Claudio non aveva ancora compiuto due mesi. È morto martedì per un grave trauma, sulle cui cause ora indagano due Procure: quella di Roma e quella di Foggia. Il piccolo, infatti, potrebbe essere stato vittima di maltrattamenti in famiglia. Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti c’è anche la “sindrome del bambino scosso”, quando cioè un neonato viene strattonato con forza come se fosse un pupazzo.

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Neonato muore a Roma

Per questo motivo, nella Capitale, il fascicolo è stato assegnato al pool dei pm anti-violenza, che si occupa dei reati da “codice rosso”.

Sarà l’autopsia a chiarire le cause del decesso e a stabilire se la madre abbia delle responsabilità colpose o dolose. Secondo quanto ha riferito agli investigatori, il figlio sarebbe caduto dalla culla in un momento di distrazione. Ma bisogna trovare riscontro alle sue dichiarazioni in quanto in quel momento sembra fosse sola in casa.


IL RICOVERO
Domenica scorsa il bimbo è stato portato al policlinico di Foggia già in gravi condizioni; i suoi genitori risiedono nel capoluogo pugliese. I medici che lo hanno preso in cura si sono presto resi conto che non potevano fare nulla per il piccolo, non avendo le strumentazioni adatte. Così lunedì è stato trasferito d’urgenza, intubato, al policlinico Gemelli di Roma, dove è arrivato in elicottero ed è stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva pediatrica. La struttura d’eccellenza dedicata alla cura dei pazienti fino al diciassettesimo anno di vita, diretta dal professore Giorgio Conti, dispone di un eliporto attivo 24 ore su 24 e di un trauma center pediatrico. Ma il quadro clinico di Claudio era già troppo critico e martedì il suo piccolo cuore ha smesso di battere. Il pm romano di turno è stato subito avvisato del decesso e si è interfacciato con il collega di Foggia, Alessio Marangelli, che già aveva aperto un fascicolo dopo il ricovero del neonato nel Policlinico della città per i gravi traumi subiti.


LE IPOTESI
Sul caso indaga la Squadra mobile del capoluogo dauno, diretta dal vice questore Mario Grassia. La mamma, sulla quarantina, è italiana e il bimbo che ha perso era il suo primo figlio. Non era separata dal marito, ma lui non si trovava in casa nel momento in cui è avvenuta la tragedia. Il piccolo non aveva sul corpo lividi o segni di percosse, ma questo non significa che non possa essere stato maltrattato fisicamente. Tra le ipotesi al vaglio - sulla base di quanto osservato dai medici del Gemelli - c’è anche la “shaken baby syndrome” (la sindrome del bambino scosso). Non si tratta di una patologia congenita, ma della conseguenza di un atto volontario da parte dei suoi familiari. Il neonato viene scosso violentemente, come se fosse shakerato (da qui il nome della sindrome), spesso come una reazione esasperata al suo pianto inconsolabile. La maggior parte dei casi si verifica nel primo anno di vita e rappresenta la prima causa di morte per maltrattamento dei lattanti. Il violento scuotimento del bimbo, infatti, può causare un trauma cerebrale e conseguenti complicanze neurologiche.


L’AUTOPSIA
La madre di Claudio, però, ha spiegato che il figlio è caduto dalla culla in un momento di distrazione. L’impatto con il suolo avrebbe causato il trauma, risultato poi fatale. Sarà a questo punto l’autopsia sul piccolo a stabilire quale sia l’origine delle lesioni interne subite. Ad affidare l’incarico al medico legale, presumibilmente oggi, sarà il pm del pool anti-violenza di Roma. All’accertamento dovrebbe partecipare anche un consulente della Procura di Foggia, per rogatoria. La competenza, infatti, si dovrebbe radicare nel capoluogo dauno, ossia dove è avvenuto l’episodio che ha scatenato il trauma mortale. La mamma del bimbo - se dovesse risultare confermata la sua versione dei fatti - potrebbe rispondere di omicidio colposo, per non aver vigilato sul figlio. Nel caso in cui dovesse essere accertata invece una condotta maltrattante, che poi ha provocato il decesso del neonato di meno di due mesi, il quadro accusatorio nei confronti della donna si aggraverebbe. 
 

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