Amava il sole e il mare, stare in giardino, giocare con i cani, prendere il cornetto al bar sulla sedia a rotelle. A ottantuno anni, Maria Luisa Lombardi combatteva l’Alzheimer godendosi i suoi spicchi di felicità, nella villetta della figlia all’Infernetto. L’avrebbe dovuta accudire la sua badante, invece, Lyubov Tkachuk, una cinquantenne kazaka regolarmente assunta, l’ha uccisa. A 7 mesi dall’omicidio dell’anziana, le indagini appena completate dalla Procura ricostruiscono scene raccapriccianti, estrapolate da una telecamera fissata in camera da letto. Ore di tortura e di indifferenza, che ora rischiano di portare a processo la badante con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà.
È il pomeriggio del 7 maggio scorso.
La pensionata, invece, morirà il 9 giugno al San Camillo, dopo una lunghissima agonia. La badante si degna di dare l’allarme, ultima fase del piano, poco prima delle otto di sera. «Correte, correte. La signora è caduta», dice. È certa che i familiari, impegnati in giardino ad attrezzare degli spazi per mamma Maria Luisa, si affretteranno a trasporla con urgenza in ospedale e lei avrà il tempo di prendere la valigia, già pronta, e scappare. A rovinare il piano, il genero dell’anziana, Gianluca Basili, un tecnico del suono che ha lavorato con registi del calibro di Sergio Leone, Bernardo Bertolucci e Marco Bellocchio. Insospettito, si precipita al piano di sopra per rivedere le registrazioni dell’impianto di videosorveglianza: scene raccapriccianti. La badante potrebbe rischiare l’ergastolo. La pm Daniela Cento, titolare dell’inchiesta, ne ha sottolineato glaciale freddezza. L’avvocato Maria Marmo, che assiste Cristina Sartarelli, la figlia della vittima, e anche i nipoti, ha dichiarato: «La famiglia è estremamente provata, confida nella giustizia per questo delitto efferato».