Truffe agli anziani, sgominata banda in trasferta da Napoli: 68 colpi a Roma

Operazione di polizia di Stato e polizia locale: 11 gli arresti, tra loro anche il parente di un boss di Camorra. Il sospetto di un'organizzazione strutturata come i clan

Una truffa ad anziani ripresa da una telecamera in casa
Una truffa ad anziani ripresa da una telecamera in casa
di Alessia Marani
Lunedì 27 Novembre 2023, 07:19 - Ultimo agg. 18:21
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Sessantotto truffe ad anziani, depredati di oro, contanti, carte di credito e bancomat. La  polizia di Stato e la polizia locale di Roma Capitale, dalle prime ore di questa  mattina,  al termine di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, stanno eseguendo  tra Roma e Napoli un’ordinanza cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei delitti di associazione a delinquere finalizzata alla commissione dei reati di estorsione, truffa aggravata ai danni di persone anziane, furto aggravato, utilizzo fraudolento di carte di credito, sostituzione di persona, nonché del delitto di porto illegale di più armi da fuoco.

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La banda si  muoveva dal capoluogo partenopeo per perpetrare i colpi nella Capitale, preidiligendo la zona Sud-Est dall'Appio al Tuscolano, a Cinecittà, fino in Centro.

Spietati e senza scrupoli i componenti che spiavano per giorni in autentici sopralluoghi le prede da spogliare, supportati da una vera e propria base logistica pronta a carpire indirizzi, numeri di telefono, nomi di amici e parenti attraverso cui carpire la fiducia delle malcapitate vittime. Il sospetto degli inquirenti è che si tratti di una vera e propria organizzazione strutturata, con "capi-scuola" capaci di insegnare i trucchi della truffa alle nuove "batterie" e che a supervisionare le incursioni vi fossero i clan legati alla Camorra. Tra gli arrestati, infatti, compare anche un parente di un boss. Il gruppo aveva un "call-center" che funzionava da centralino attraverso cui contattare le vittime e fare credere loro che a chiamarli sono figli, nipoti e persino fantomatici direttori di uffici postali. 

Le indagini che hanno condotto agli 11 arresti sono scaturite da una serie di denunce di truffe consumate nella Capitale nel dicembre 2021 fino al settembre 2022, spesso portate a termine con lo stratagemma di presentarsi falsamente alla anziana vittima come avvocato o appartenente all’Arma dei Carabinieri, prospettando un imminente pericolo o grave danno per un familiare, laddove la vittima non avesse versato le utilità economiche richieste necessarie per evitare l’arresto, hanno permesso di ricostruire numerosi episodi delittuosi posti in essere da una strutturata associazione, operante su tutto il territorio nazionale ed in Roma, con base nel centro storico di Napoli, dove era collocato il “centralino” . Sul posto si recavano gli esecutori materiali delle truffe, che rimanevano però in costante contatto con i complici presenti a Napoli, da cui ricevevano ordini e direttive.

L’organizzazione era capeggiata da due uomini appartenenti ad una famiglia abitante nella zona dei Tribunali e di largo Donnaregina, nel centro storico di Napoli. Il promotore e organizzatore dell’associazione, un 47enne, elaborava i “piani” criminali, indottrinava i sodali sul modus operandi, individuava le vittime e riceveva e suddivideva tra gli associati i proventi dei reati.  

L’altro promotore, di anni 37, procacciava i “citofoni”, ovvero i telefoni cellulari con intestazioni fittizie usati solo e soltanto per commettere la singola truffa e poi gettati, ma rinvenuti e successivamente analizzati dalla polizia giudiziaria.

I promotori ricevevano da un “perlustratore” le indicazioni delle vie più appetibili, scelte tra quelle da loro ritenute più tranquille, solitamente site in zone residenziali, potenzialmente abitate da persone facoltose. Le abitazioni individuate erano preferibilmente prive di portierato o dei sistemi di video sorveglianza. I promotori della associazione criminale erano affiancati nell’organizzazione da due donne.

Una, 53enne si occupava del reclutamento degli “esattori” ed operava nella sua abitazione, sita nei “bassi” di largo Donnaregina in Napoli, dove venivano svolte alcune riunioni operative e da dove partivano molte delle telefonate alle vittime. La donna era anche la custode della maggior parte dei soldi e delle utilità dell’organizzazione criminale, provento dei delitti ed aiutava i capi del gruppo criminale nella gestione e nel reclutamento dei sodali.

L’altra donna, di 57 anni, oltre ad aiutare gli altri nel custodire i soldi, aveva il compito di proteggere i sodali ed in caso di arresti/denunce di procurare i difensori da nominare. Le due donne svolgevano altresì il ruolo di telefoniste con il preciso compito di contattare le vittime, fingendosi talvolta come “carabiniere e/o avvocato”, a cui rappresentavano falsamente il coinvolgimento in problemi di giustizia o di polizia di un familiare (generalmente figlio o nipote).

Infine gli altri indagati, quali materiali “riscossori o esattori”, dopo aver ricevuto l’input da Napoli, si recavano presso le abitazioni delle vittime dove asportavano tutto il denaro o preziosi, ovvero tutti i risparmi di “una vita” dei malcapitati anziani. Durante le perquisizioni di oggi sono stati sequestrati 65.000 euro in contanti e numerosi gioielli in oro, probabile provento delle truffe realizzate in questi mesi.

All’esito delle attività investigative e delle direttive e del coordinamento effettuato dalla Procura della Repubblica sono state infatti arrestate nell’ultimo anno ben 130 persone dalla Questura di Roma e dai Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, delegati per le indagini, in flagranza o in esecuzione di ordinanze cautelari, gravemente indiziate di aver truffato o compiuto estorsioni ai danni di persone anziane ed in stato di minorata difesa.

A Roma nell'ultimo anno si sono registrati fino a venti colpi al giorno. Quello delle truffe agli anziani è uno dei reati pià odiosi che ha registrato nel primo semestre dell'anno un aumento del quasi il 30 per cento. Motivo? Lo spiega un pentito di Camorra: "Con le rapine ai portavalori, se qualcosa va storto finisci in galera diversi anni. Con le truffe te la cavi sempre e il guadagno è assicurato". 

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