Città del Vaticano – La crisi morde. Su tutto il territorio italiano cresce la richiesta di beni di prima necessità, cibo, viveri e pasti a domicilio, empori solidali, mense, vestiario, ma anche la domanda di aiuti economici per il pagamento delle bollette, degli affitti e delle spese per la gestione della casa. Nel contempo, aumenta il bisogno di ascolto, il sostegno psicologico, di compagnia e di orientamento per le pratiche burocratiche legate alle misure di sostegno e di lavoro. Lo afferma la Caritas Italiana che ha fatto una prima rilevazione nazionale - condotta dal 9 al 24 aprile – su tutte le strutture presenti in Italia. L’indagine ha permesso di esplorare come cambiano i bisogni, le fragilità e le richieste intercettate nei Centri di ascolto. I dati del primo monitoraggio si riferiscono a 101 Caritas diocesane, pari al 46% del totale.
Si conferma, come anticipato nei giorni scorsi, il raddoppio delle persone che per la prima volta si rivolgono ai Centri di ascolto e ai servizi delle Caritas diocesane rispetto al periodo di pre-emergenza.
In questo quadro emerge anche che si sono ammalati 42 tra volontari e operatori - risultati positivi al Covid19 - in 22 Caritas diocesane e in 9 Caritas si sono registrati 10 decessi.
Di fronte al mutare dei bisogni e delle richieste, sono cambiati o si sono adattati anche i servizi e gli interventi, in particolare: i servizi di ascolto e accompagnamento telefonico con 22.700 contatti registrati o anche in presenza negli ospedali e nelle Rsa; la fornitura di pasti da asporto e consegne a domicilio a favore di più di 56.500 persone; la fornitura di dispositivi di protezione individuale e di igienizzanti a circa 290.000 persone; le attività di sostegno per nomadi, giostrai e circensi costretti alla stanzialità; l’acquisto di farmaci e prodotti sanitari; la rimodulazione dei servizi per i senza dimora; gli interventi a sostegno delle piccole imprese; l’accompagnamento all’esperienza del lutto.
A tutto questo si aggiungono le strutture edilizie che le diocesi hanno destinato a tre categorie di soggetti: medici e infermieri, persone in quarantena e persone senza dimora. Ad oggi sono 68 le strutture per quasi 1.450 posti a disposizione della Protezione civile e del Sistema Sanitario Nazionale da parte di 48 Diocesi in tutta Italia. A queste si sommano altre 46 strutture, per oltre 1.100 posti in 34 Diocesi, disponibili per persone in quarantena e/o dimesse dagli ospedali e più di 64 strutture per oltre 1.200 posti in 42 diocesi per l’accoglienza aggiuntiva di persone senza dimora, oltre all’ospitalità residenziale ordinaria.
Caritas, sul territorio nazionale cresce la richiesta di pagamento delle bollette e aiuti alimentari
Sabato 2 Maggio 2020, 10:52
- Ultimo agg. 11:03
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di Franca Giansoldati
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