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Roma, disabile precipitato dalla finestra. I vicini: «In casa lamenti e botte, la famiglia lo manda a rovistare nei rifiuti»

Il racconto dei vicini di Hasib Omerovic, caduto durante la perquisizione degli agenti. «Gli regaliamo vestiti e lui ci vuole bene, la famiglia lo manda a rovistare nei rifiuti»

Roma, disabile precipitato dalla finestra. I vicini: «In casa lamenti e botte, la famiglia lo manda a rovistare nei rifiuti»»
Roma, disabile precipitato dalla finestra. I vicini: «In casa lamenti e botte, la famiglia lo manda a rovistare nei rifiuti»»
di Alessia Marani
Articolo riservato agli abbonati
Martedì 13 Settembre 2022, 06:52 - Ultimo agg. : 15 Settembre, 16:39
3 Minuti di Lettura

Il dramma di Hasib Omerovic, 36enne disabile di etnia rom precipitato a nove metri di altezza dalla finestra della sua camera il 25 luglio scorso, si è consumato in un cortile stretto e infestato dalle erbacce e dalle zanzare tra due palazzi popolari di via Gerolamo Aleandro e via Pietro Bembo nel cuore di Primavalle. Qui sono in pochi a credere che Hasib possa avere molestato delle donne, a molti faceva anche un po' tenerezza per il fatto che fosse sordomuto e in qualche modo costretto ad andare a rovistare tra i cassonetti per recuperare ferro e rame. Che poi a spingerlo di sotto nel vuoto possano essere stati dei poliziotti, volontariamente, come sospettato dai familiari del ragazzo, non convince. Piuttosto i dirimpettai avanzano un'altra teoria: «Erano i familiari a picchiarlo, da quella casa provenivano quasi ogni sera dei lamenti strazianti del ragazzo, che non poteva articolare urli e parole».

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Un inquilino del terzo piano ne è sicuro: «Dal mio appartamento si vede dentro quella abitazione e più volte ho assistito a scene di botte. Una ventina di giorni prima di quel 25 luglio, erano stati rotti anche i vetri della finestra della sua camera, tanto che era stato messo lo scotch marrone». Eppure qualcosa non quadra e lo stesso inquilino indicando il punto esatto in cui è caduto Hasib specifica: «Lo ha fatto perpendicolarmente alla finestra, è precipitato sullo scalino stretto del marciapiede del cortile interno, se si fosse gettato da solo probabilmente si sarebbe dato uno slancio». Insomma, i punti non chiari della vicenda sono molti e sarà la Procura che ha delegato le indagini alla Squadra mobile a dovere accertare che cosa sia successo realmente nell'abitazione degli Omerovic alle 13 del pomeriggio del 25 luglio. La famiglia di Hasib, sostenuta dall'Associazione 21 luglio, ha presentato un esposto dettagliato a piazzale Clodio. Il ragazzo da allora è in coma farmacologico al policlinico Gemelli e le sue condizioni sono disperate. Sul caso ha presentato una interrogazione parlamentare anche il deputato di +Europa, Riccardo Magi che preso a cuore la vicenda. Gli Omerovic avevano ottenuto l'alloggio popolare tre anni fa: una casa al piano rialzato che, però, sul lato posteriore dell'edificio ha un affaccio da terzo.

 

Rifiuti e puzza

Il giorno prima del tragico volo, sul gruppo Facebook di quartiere era apparso un post con tanto di sua foto in cui Hasib veniva accusato di importunare le ragazze del quartiere. Per i familiari sarebbe dunque iniziata una sorta di caccia alle streghe e, non a caso, il giorno successivo avrebbero bussato alla porta i quattro agenti in borghese, tra cui una donna, del commissariato Primavalle. «L'unico vero problema che lui e la sua famiglia avevano dato nel palazzo - raccontano altre donne - era la puzza nauseabonda dei rifiuti che accumulavano e portavano in casa. Accumulavano l'immondizia anche per le scale e nel pianerottolo, abbiamo dovuto mettere la polverina per tenere lontane formiche e scarafaggi». Racconta Gianni: «Curo un orto urbano vicino al palazzo e a Hasib piaceva venire ogni tanto a dare da mangiare alle galline e a mangiare i mandarini cinesi. Non aveva mai dato problemi, ci faceva anche un po' pena, gli regalavamo i nostri vestiti». Da metà agosto gli Omerovic se ne sono andati: «Abbiamo paura, ci sentiamo minacciati», hanno detto.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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