Mafia Capitale, prime quattro condanne

Mafia Capitale, prime quattro condanne
di Valentina Errante
Sabato 21 Novembre 2015, 01:17 - Ultimo agg. 4 Novembre, 13:35
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Il verdetto tanto atteso, che nei fatti annuncia e apre il maxi processo di domani, non delude le aspettative della procura. Prove tecniche del dibattimento di ”Mafia capitale”: quattro condanne, come chiesto in aula dal pm Luca Tescaroli. Tra gli imputati c'è anche Emanuela Salvatori, la funzionaria del Campidoglio accusata di avere favorito le coop di Buzzi, in cambio dell'assunzione della figlia. E' il primo colletto bianco condannato, ma per lei l'accusa aveva già alleggerito la contestazione, l'aggravante mafiosa, che al momento dell'arresto a dicembre sembrava delineare la presenza delle cosche in Campidoglio, al processo non compare più. Sono stati gli stessi pm, che per la Salvatori avevano chiesto una condanna a tre anni e sei mesi, ad alleggerire l'accusa. La pesante aggravante è stata invece contestata e riconosciuta per l'imprenditore Emilio Gammuto, condannato a cinque anni e quattro mesi. Mentre per Raffaele Bracci e Fabio Gaudenzi, uomini ritenuti assai vicini a Carminati e accusati di usura, il gup ha stabilito una pena di quattro anni.

La condanna più significativa per la procura è quella per Emilio Gammuto, l'imprenditore accusato di corruzione aggravata dal favoreggiamento ai clan: cinque anni e quattro mesi, una pena che supera la richieste formulate in aula dal pm Luca Tescaroli. E' l'unico nel processo di ieri al quale è stata contestato e riconosciuto il consapevole legame con l'organizzazione criminale guidata da Massimo Carminati. Dovrà anche risarcire con cinquemila euro ciascuna l'associazione Libera, Sos Impresa, Cittadinanza Attiva e Associazione antimafia Caponnetto. Per Raffaele Bracci e Fabio Gaudenzi il pm aveva chiesto cinque anni e il lavoro in colonie agricole, il gup li ha condannati a quattro anni. Intanto per il primo, la sezione Misure di prevenzione del Tribunale ha disposto la confisca di 16 milioni di euro. La funzionaria del Campidoglio Emanuela Salvatori, invece, dovrà pagare anche una provvisionale di 20 mila euro a favore al Campidoglio.

LE ACCUSE

Secondo l'impianto accusatorio la Salvatori avrebbe ottenuto da Buzzi la promessa dell'assunzione della figlia «presso uno dei soggetti economici a lui riconducibili» e attivi nella gestione del campo nomadi di Castel Romano.

In cambio la funzionaria avrebbe fornito «informazioni sullo stato delle pratiche amministrative in corso». Gammuto, invece, srebbe stato pronto a corrompere, assieme a Buzzi e Carminati, ifunzionari del Comune di Roma.

Per quanto riguarda le accuse di usura per Bracci e Gaudenzi, l'episodio risale all'aprile del 2014. I due imputati si sarebbero fatti «promettere dall'imprenditore Filippo Maria Macchi, a fronte della garanzia rappresentata da due orologi di valore, interessi pari a 3 mila euro, su un finanziamento ”a fermo” di 30 mila, da corrispondere mensilmente, con un tasso quindi del 120 per cento annuo».

LE INDAGINI

Non è escluso che, dopo la desecretazione della relazione di 800 pagine, a disposizione della procura già dallo scorso agosto, ma adesso utilizzabile come fonte di prova, possano essere avviati nuovi filoni di indagine. Intanto, ieri il il presidente della decima sezione del Tribunale, Rosanna Ianniello, ha disposto gli arresti domiciliari per Luca Odevaine, componente del Tavolo per i rifugiati del Viminale e in carcere dallo scorso dicembre. In questi mesi l'ex capo di gabinetto di Walter Veltroni, accusato di corruzione aggravata dal favoreggiamento ai clan, ha offerto alcuni spunti di indagine alla procura.

LA PROSSIMA SENTENZA

Intanto altri cinque imputati verranno giudicati con rito abbreviato. Oltre all'ex assessore capitolino alla Casa Daniele Ozzimo, si presenteranno in aula il prossimo 26 novembre, l'ex consigliere comunale di Centro Democratico, Massimo Caprari, Paolo Solvi, collaboratore dell'ex presidente del municipio di Ostia Andrea Tassone, e Gerardo e Tommaso Addeo, collaboratori di Odevaine. Per tutti l'accusa è di corruzione. Il gup Alessandra Boffi deciderà anche sulla costituzione come parti civili presentata, nel processo a Ozzimo, da Pd, Comune di Roma, Regione Lazio, Ama (l'azienda romana dei rifiuti), Cittadinanzattiva e altre associazioni. La sentenza arriverà a dicembre.

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