La Venere degli stracci, dei graffiti e delle citazioni

Torna in mente “Il mistero di Bellavista” di Luciano De Crescenzo con Sergio Solli e Benedetto Casillo molto confusi a una mostra di arte moderna

La Venere degli stracci di Pistoletto
La Venere degli stracci di Pistoletto
di Raffaella R. Ferré
Sabato 1 Luglio 2023, 10:00
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Da qualche giorno, nello slargo incandescente di piazza Municipio, c'è la monumentale “Venere degli stracci” di Michelangelo Pistoletto. L'opera, icona di un concetto importante, antepone la forma classica al consumismo moderno, mostrando la dea dell'amore e della bellezza davanti a un cumulo di abiti dismessi. All'inaugurazione della scultura è seguita la manutenzione dell'area. Gli operatori della Napoli Servizi hanno ripulito i marmi di arredo urbano, liberandoli da scritte vandaliche. Mi è venuta la curiosità di conoscerne il contenuto, lo immaginavo offensivo, lesivo della dignità di qualcuno. Invece, tra i consueti «Vivi e lascia vivere», qualche tag la firma dei graffitari e di graffiti Napoli è piena mi ha stupito trovare citazioni di Shakespeare, una da “Romeo e Giulietta”, e un verso di Baudelaire in lingua originale da “I fiori del male”. Certo, annotarli con un pennarello su suppellettili urbane non è la stessa cosa che segnarli sul diario. Ma, nel contesto di arte povera in cui nasce il lavoro di Pistoletto, teorico dell'interazione del pubblico, siamo proprio certi che cancellarli sia la scelta giusta?

Torna in mente “Il mistero di Bellavista” di Luciano De Crescenzo con Sergio Solli e Benedetto Casillo molto confusi a una mostra di arte moderna: scusate, ma qual è l'opera? Se lo chiedono anche due signore indicando la Venere: «Abbiamo fatto il mercato di Resina!» dice una. «Nooo.

Questa sono io con la cesta dei panni da stirare!». 

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