Battipaglia, vertenza Fos: taglio stipendi e rischio caos. Oggi la chiusura

I lavoratori attendevano l’acconto della mensilità di aprile che «doveva essere di poco superiore a mille euro». E invece sui conti correnti sono arrivati solo 300 euro

La protesta
La protesta
Martedì 30 Aprile 2024, 07:00
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È stato un risveglio amaro per i lavoratori della Prysmian Fos di Battipaglia che, ieri mattina, attendevano l’acconto della mensilità di aprile che, come da accordi - riferisce la forza lavoro - «doveva essere di poco superiore a mille euro». E invece sui conti correnti hanno trovato circa 300 euro. Tanto è bastato per riaccendere gli animi di tutti coloro che, in questi mesi, hanno provato a difendere il proprio diritto al lavoro con le unghie e con i denti, e che oggi subiscono una decisione che impatta immediatamente e notevolmente sul bilancio familiare.

«Ancora una volta - denunciano i lavoratori - l’azienda viene meno a un impegno preso, infischiandosene di come questa decurtazione unilaterale di circa 800 euro si riverbera sulle nostre famiglie. È un atteggiamento inaccettabile e vergognoso, l’azienda deve scoprire le carte e dire esattamente in che modo intende trattarci ed in che modo vuole perseguire gli impegni presi al Ministero nei mesi scorsi». Impegni che parlavano di una ricollocazione del personale, operazione sulla quale è calato il velo dell’incertezza nelle scorse settimane. Ieri mattina era in programma una riunione sui temi della sicurezza, utile a stabilire quali procedure seguire ed in che modalità per poter «spegnere l’impianto senza rischio», spiegano i lavoratori, rappresentati da Cgil, Cisl, Uil e Ugl. «Il nostro - spiegano gli operai - è un sito ad alto rischio chimico, non è come spegnere un interruttore. Siamo pronti ad onorare i patti ma non possiamo essere i soli».

La riunione di ieri mattina è stata aggiornata, non c’erano la volontà e la forza, dopo aver appreso della decurtazione sugli acconti, di andare avanti. Quanto accaduto ieri e la data di chiusura dello stabilimento fissata per oggi apre le porte a nuove e più veementi forme di protesta. «Stiamo organizzando un’assemblea e una nuova manifestazione pubblica - anticipano i lavoratori - non siamo disposti ad arrenderci così. Fino a quattro mesi fa eravamo i migliori, adesso veniamo trattati come carta straccia. Non meritiamo anche l’umiliazione: l’azienda venga a dirci cosa vuole fare e rispetti gli impegni presi, come ciascuno di noi ha fatto dal principio di questo incubo». Quella di aprile è l’ultima mensilità con cassa integrazione al 30%, il percorso proseguirà con ammortizzatori sociali di altro tipo, dei quali i lavoratori hanno chiesto di discutere, tra gli altri, anche con la Regione Campania.

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Del piano sociale per i 300 addetti che da oggi non avranno più un posto di lavoro si parlerà nella riunione prevista per oggi con l’azienda e i rappresentanti sindacali. «Nella speranza - concludono i lavoratori - che vengano a dirci con chiarezza come andare avanti».

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