Salerno, case popolari in cambio di mazzette: 30 indagati

L'indagine della Procura di Salerno

Il tribunale di Salerno
Il tribunale di Salerno
di Nicola Sorrentino
Lunedì 27 Novembre 2023, 05:45
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Case popolari in cambio di soldi ma anche per evitare di pagare la morosità pendente, spesso ridotta, svolgere lavori non autorizzati, permetterne l’intrusione senza titolo, riscattarle e regolarizzare la propria posizione con documentazione falsa. Si è chiusa la maxi inchiesta della Procura di Salerno, che lo scorso settembre portò ai domiciliari tre persone: tra questi Giovanni Scafuro, 67enne responsabile fino a dicembre 2021 dell’Unità Operativa Complessa Inquilinato dell’Acer, Pasquale Petrillo, 71enne ex dipendente della Iacp Salerno e Armando Del Giorno (l’intermediario 50enne che avrebbe tenuto i rapporti, insieme ad altri, con le persone interessate ad una casa), per accuse come corruzione, falso in atto pubblico e commesso da pubblici impiegati e accesso abusivo a sistema informatico.


Nei giorni scorsi sono partite le notifiche per i trenta indagati: ognuno di loro potrà chiedere interrogatorio o presentare memorie rispetto alle accuse.

Tra i difensori ci sono, tra gli altri, Luigi e Riccardo Senatore, Mario Secondino, Eduardo Sorrentino, Mariano Salvio, Cosimo Pio Di Benedetto, Nicola Naponiello, Giovanna Eliana Fiore e Antonio Boffa. Gli immobili sequestrati a settembre erano a Salerno, Cava, Nocera Inferiore, Fisciano, Eboli, Campagna, Pontecagnano Faiano e Vallo della Lucania. Molti degli inquilini sono accusati di corruzione e invasione di edifici.


Le indagini, partite a giugno 2021, ebbero un loro sviluppo nel novembre successivo, con l’arresto di Scafuro, il funzionario Acer beccato nei pressi di un hotel a Mercato San Severino, dove si fece consegnare 1500 euro da una coppia di coniugi - l’accordo era di 3000 - per far ottenere loro una casa. Per questo Scafuro è sotto processo a Nocera mentre la coppia è stata condannata in abbreviato. Per assegnare un alloggio bisognava pagare dai 2 ai 4mila euro. Le case erano destinate a coppie sprovviste di ogni requisito. Per regolarizzare le loro posizioni, Scafuro avrebbe manomesso il sistema informatico di gestione delle case. Per Petrillo, Del Giorno ed un terzo indagato, G.S., c’è l’accusa di associazione a delinquere: il gruppo individuava gli immobili liberi, fissava il prezzo per la cessione o per la protrazione della loro occupazione, svolgeva sopralluoghi per far visionare gli alloggi, per poi indirizzare il tutto a Scafuro che interveniva sulle pratiche documentali.
 

Qualche volta la «mazzetta» arrivava anche a 30mila euro, come nel caso di un alloggio a Minori, al quale era interessato un 61enne di Angri. L’uomo, dopo trattative e sopralluogo, spiegò di poter pagare solo la metà di quella somma. L’accordo saltò. Tanti gli episodi ricostruiti dai carabinieri, grazie ad una consulenza tecnica, intercettazioni telefoniche e ambientali, testimonianze e studio degli atti della commissione inchiesta Acer. Tra agosto 2020 e il settembre del 2021, padre e figlio di Nocera Inferiore ottenevano da Scafuro di far risultare quale soggetto legittimato all’occupazione di un alloggio, a via Filangieri, proprio il ragazzo. Fu simulata una parvenza di “legittima occupazione” dell’immobile, mediante trasferimento della residenza del padre ad un altro indirizzo, in modo da radicare il rapporto in capo al solo ragazzo. Un 57enne di Salerno, invece, pagò 4000 euro per ottenere l’autorizzazione ad entrare in un alloggio in via Mazzetti, pur senza la determina dirigenziale prevista. All’uomo fu evitato anche il pagamento della morosità pendente sulla casa (36.000 euro circa). Per un capo è indagato, per abuso d’ufficio, anche un altro dipendente Acer: insieme a Scafuro avrebbe permesso ad una persona, mai identificata, di avere disponibilità delle chiavi di un locale commerciale di proprietà dell’Acer.

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