Una pallonata in pieno volto mentre è seduta tranquillamente al tavolino di un bar con l’amica. E così l’aperitivo finisce con l’arrivo dell’ambulanza e la corsa in ospedale con uno zigomo gonfio ed un ematoma all’occhio con conseguenti problemi alla vista.
È accaduto nella centralissima piazzetta Passaro a Cava de' Tirreni. Vittima dell’increscioso episodio una signora cavese, insegnante di taglio e cucito, che ha voluto denunciare l’accaduto per porre l’attenzione della difficile convivenza tra locali ed avventori con i tanto giovani, o meglio, giovanissimi che «usano» gli spazi all’aperto anche se nel corso principale per giocare a pallone. Un problema che di fatto divide la città tra chi punta l’indice sulla necessità di controlli e soprattutto sul dovere di educare i ragazzini a rispettare i luoghi pubblici e chi invece si schiera dalla parte dei giovani che scelgono i giochi all’aperto.
«Ho voluto denunciare quanto mi è accaduto - spiega la signora Avagliano - perché se al posto mio ci fosse stato un anziano o un bambino molto piccolo non so cosa sarebbe accaduto».
La donna ha raccontato che sul posto sono giunti immediatamente i vigili. «Naturalmente i vigili sono stati molto disponibili, ma evidente che non posso stare in tutte le piazze. Credo che i controlli ci vogliono, ma occorre soprattutto che questi ragazzi siano educati al rispetto degli altri». Qualche anno fa nella stessa piazzetta si registrò un episodio simile. In quel caso il presidente del Comitato Ordine e Quiete Giuseppe Salsano rimase ferito ad un dito proprio a seguito di una pallonata. Lo stesso Salsano intraprese una vera e propria battaglia contro le comitive di ragazzini che usano le strade cittadine ed, in particolare, le traverse e le piazzette del borgo Scacciaventi per giocare a pallone. «La musica non va bene, le chiacchierate neppure e ora stop pure ai ragazzini che giocano a pallone - ribattono alcuni genitori, residenti del centro -. Ci lamentiamo che i nostri ragazzi stanno sempre davanti al cellulare e tablet ed ora che giocano a pallone, come facevamo noi, vengono demonizzati. Quello che è accaduto è un banale incidente che può capitare sempre. Che cosa vogliamo una città morta».