«Mercati, niente guanti e c'è molto da fare»:
impossibile riaprire prima del 18 maggio

«Mercati, niente guanti e c'è molto da fare»: impossibile riaprire prima del 18 maggio
di Diletta Turco
Domenica 10 Maggio 2020, 06:25 - Ultimo agg. 09:00
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Il rinvio al 18 maggio, per risolvere alcune questioni pratiche, imprescindibili per il pieno rispetto delle regole dettate dall’ordinanza. Sarà una settimana intensa di lavoro quella che si prospetta per gli operatori dei mercati della provincia di Salerno. Dopo il parziale via libera dato da De Luca sulla vendita di generi alimentari, da ieri i rappresentanti delle aree mercatali del territorio si sono riuniti in una lunga serie di incontri, «per capire se ci sono i margini per ripartire subito». Ma i dubbi, secondo Aniello Ciro Pietrofesa, presidente provinciale dell’Anva Confesercenti, sono tanti.
 

Pensate di non essere pronti per domani?
«Per domani non ce la facciamo. Ci sono all’orizzonte troppe cose da dover fare, dalla sanificazione dei banchi di vendita al ripristino delle assicurazioni dei mezzi che molti ambulanti avevano interrotto in questi mesi di stop. E poi c’è un problema davvero grande».

Qual è?
«I guanti monouso. Non si trovano, almeno non se ne trovano nelle quantità che servono per rifornire tutti gli operatori di tutti i mercati. Parliamo di mille confezioni di guanti al giorno che, come dice l’ordinanza, gli operatori devono mettere a disposizione dell’utenza. Ma né negli ingrossi né da fornitori diversi si riesce ad avere una quantità simile. Ecco perché pensiamo sia meglio rinviare. Proprio ieri, come associazione, ho inviato una lettera all’assessore al Commercio del Comune di Salerno, Dario Loffredo».

Per quale motivo?
«Perché gli operatori ambulanti del settore alimentare, ortofrutta e ittico dei mercati di Piazza Cavaliere Vittorio Veneto, via Sabato Robertelli, via De Crescenzo, hanno sottoscritto una richiesta indirizzata alla nostra associazione per chiedere di rinviare tale apertura a partire dal 18 maggio, insieme alla probabile apertura anche del settore non alimentare, poiché hanno bisogno di organizzarsi e attrezzarsi alle disposizioni della ordinanza regionale, e anche per solidarietà con il settore non alimentare con la speranza di poterci ripresentare ai cittadini e consumatori tutti insieme».
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