Focolaio in corsia dopo un intervento di ernia,
contagi a catena e terza vittima a Nocera

Focolaio in corsia dopo un intervento di ernia, contagi a catena e terza vittima a Nocera
di Nello Ferrigno
Giovedì 16 Aprile 2020, 06:45 - Ultimo agg. 15:52
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C’è un’altra vittima, la terza, del focolaio nella chirurgia d’urgenza dell’ospedale di Nocera Inferiore: Antonio Fierro, 78 anni, è morto ieri sera al Ruggi di Salerno dove era stato trasferito. È il quinto nocerino ucciso dal virus. Tutto è iniziato un mese fa. Era il 18 marzo quando una donna si è presentata all’Umberto I per un’ernia inguinale, una patologia prettamente chirurgica. Non presentava alcun sintomo da Coronavirus. È stata operata in Chirurgia d’urgenza e dimessa il 26 dello stesso mese. È stata seguita a domicilio per una serie di medicazioni. Dopo cinque giorni, il 31 marzo, è tornata all’Umberto I. Questa volta i sintomi che manifestava erano da Covid-19, febbre, tosse, difficoltà respiratorie. Viene ricoverata in Malattie infettive e poi in Rianimazione. A quel punto è scattato l’allarme. Nel reparto di Chirurgia d’urgenza sono state attivate tutte le misure previste dal protocollo ma era troppo tardi, il virus aveva infettato due medici, sei infermieri, due operatori sanitari, sei pazienti.
 

L’ospedale più grande dell’Asl Salerno si scopre vulnerabile con un focolaio di infezione al suo interno. Il direttore sanitario Maurizio D’Ambrosio svuota il reparto, avvia sanificazioni e bonifiche, sospende l’attività facendo sottoporre tutto il personale del reparto e i pazienti al tampone. I positivi vengono trasferiti nei presidi ospedalieri di Scafati, Eboli e all’ospedale Ruggi di Salerno.

Poi i primi due decessi: l’imprenditore nocerino Antonio Comitino che era ricoverato proprio all’ospedale di San Leonardo e il pensionato di Pagani Attilio Giordano morto a Eboli. Oggi Chirurgia è ancora chiusa e lo sarà ancora per diverso tempo. Nel frattempo i sindaci di Nocera Inferiore e Nocera Superiore, alle prime notizie di criticità rilanciano la necessità di «provvedere al più presto per proteggere l’Umberto I arrivando anche alla chiusura». «L’ospedale - ha detto il direttore sanitario - non si chiude. Non è possibile farlo in una struttura grande e complessa come l’Umberto I. Il contagio deve essere solo confinato, cosa che abbiamo fatto. Stiamo adottando tutti i provvedimenti di prudenza e sicurezza previsti dai protocolli». 
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