Cava de' Tirreni, finti matrimoni al costo di 10mila euro per ottenere il permesso di soggiorno

In due a processo, un interprete per analizzare le intercettazioni

Finti matrimoni tra italiani e stranieri
Finti matrimoni tra italiani e stranieri
di Nicola Sorrentino
Lunedì 9 Ottobre 2023, 04:50 - Ultimo agg. 10:35
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Un giro di finti matrimoni tra italiani e stranieri, allo scopo di fare soldi e far ottenere agli extracomunitari il permesso di soggiorno. Prima della fine di un processo che vede imputati un 55enne di Nocera Inferiore e la sua complice marocchina, il tribunale ha affidato l’incarico ad un perito di lingua araba di tradurre il contenuto di alcune intercettazioni. Le conversazioni tra la donna, una 40enne di Braska (Marocco) ed alcune persone, potrebbero aggiungere nuovi elementi all’impianto accusatorio della Procura, pronta a discutere le richieste di pena per entrambi. 

Il processo infatti è prossimo alla fine e si concluderà dopo il deposito di queste nuove conversazioni. I fatti sono concentrati per la maggior parte a Cava de’ Tirreni e vede tra gli imputati l’uomo, G.S.

e la straniera, E.Y.S. Secondo le indagini della polizia, i due avrebbero retto i fili di un’organizzazione dedita a organizzare e celebrare matrimoni di comodo tra italiani e stranieri, dietro pagamento di grosse somme di denaro, con l’obiettivo di far ottenere a questi ultimi il permesso di soggiorno. Diciannove furono i riti nuziali ritenuti sospetti. Le indagini, durate un anno e mezzo circa, condusse all’iscrizione di 34 persone, poi finite stralciate tra riti ordinari e prescrizioni.

I primi spunti investigativi arrivarono dopo la verifica sulla reale convivenza tra italiani ed extracomunitari che avevano contratto matrimonio all’estero. Chi voleva regolarizzarsi con il permesso avrebbe pagato anche 10.000 euro. Gli organizzatori provvedevano al recupero di documenti utili alla pratica fino alla gestione della cerimonia nuziale e del banchetto. L’uomo e la complice avrebbero messo a disposizione per le “neo coppie” anche alcuni appartamenti. Si sarebbero poi attivati per ottenere la residenza anagrafica e aggirare i controlli della polizia. Durante il periodo necessario per ottenere il permesso di soggiorno, gli stranieri venivano controllati e riforniti di ogni bene. Spesso, chi decideva di offrirsi per consumare matrimonio, lo faceva per difficoltà economiche. I due imputati avrebbero ottenuto circa 400mila euro complessivi dalle loro truffe. Il processo si chiuderà il prossimo anno.

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