Frana Sarno 25 anni fa, via alle esercitazioni di protezione civile

«Occorre pianificare interventi», ammette Egidio Grasso, presidente dell'Ordine dei geologi della Campania

La città di Sarno interamente ricoperta di fango
La città di Sarno interamente ricoperta di fango
di Mariagiovanna Capone
Mercoledì 3 Maggio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 4 Maggio, 07:16
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A Sarno sono i giorni del ricordo. Sono trascorsi 25 anni dai terribili eventi franosi del 5 e 6 maggio 1998 che causarono la morte di 160 persone e una ferita su un vasto territorio compreso tra le province di Napoli, Salerno, Avellino e Caserta. Proprio mentre si pianificano eventi e iniziative di commemorazione, la Protezione Civile della Campania ha deciso di prorogare l'allerta gialla fino alle 11 di oggi poiché sono «ancora possibili ruscellamenti, innalzamento dei livelli idrometrici dei corsi d'acqua, scorrimento superficiale delle acque nelle sedi stradali ma anche una possibile caduta massi e occasionali fenomeni franosi». Negli occhi abbiamo ancora il dramma di Ischia, altra area di un territorio regionale assai fragile dal punto di vista idrogeologico, come evidenziano le mappe del rischio stilate dall'Autorità di bacino proprio dopo il disastro di 25 anni fa. «È la lezione che abbiamo imparato da quella tragedia. Occorre però informare e pianificare interventi» ammette Egidio Grasso, presidente dell'Ordine dei geologi della Campania. Intanto oggi a Siano e venerdì a Sarno si terranno due esercitazioni operative di Protezione Civile organizzate dalla Regione Campania con i Comuni, e il coinvolgimento della Prefettura di Salerno, Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, Asl Salerno e associazioni di volontariato.

Le esercitazioni operative di oggi e venerdì sono test pratici per valutare la prontezza della risposta in emergenza del sistema comunale e regionale di protezione civile rispetto a scenari di frana e colata rapida di fango.

Le esercitazioni avverranno come se realmente si stesse verificando una emergenza e sul posto arriveranno uomini del pronto intervento. Coinvolti cittadini, scolaresche e volontari, sarà allestito anche un campo di prima accoglienza con tende e una cucina da campo, e sarà simulata anche la ricerca di dispersi con elicotteri, droni, unità cinofile e squadre di soccorso alpino. La simulazione seguirà le modalità di intervento del sistema di allerta, basato su Rete dei Centri Funzionali e Sale operative, nonché sui piani comunali di Protezione civile. Un gruppo di osservatori tecnici verificherà la tenuta del sistema o eventuali falle al fine di migliorare la risposta di protezione civile. Intanto a Sarno si stanno tenendo anche numerose iniziative di ricordo e commemorazione delle 137 vittime, cittadinanza onoraria ai soccorritori e un tavolo tecnico sul rischio idrogeologico e la messa in sicurezza.

«Le esercitazioni sono sempre utili, così come le iniziative sul rischio sismico nelle scuole che organizzano i dirigenti più coscienziosi. Informare i cittadini è un elemento fondamentale per fornire consapevolezza di vivere in un territorio dall'equilibrio delicato» spiega Egidio Grasso. Per il presidente dell'Ordine dei Geologi della Campania «è fondamentale continuare a monitorare il territorio, e se ci sono le condizioni di una possibile crisi, si attiva l'evacuazione. Al contrario di 25 anni fa, abbiamo le mappe del rischio, si conoscono edifici e strade con rischio maggiore, si sa come agire. La frana di Sarno ha un grande merito: aver dato un'accelerata notevole alla pianificazione del rischio idrogeologico. Tutte le carte dell'emergenza dell'Autorità di Bacino sono post Sarno, c'era una legge precedente ma stentava a decollare». Grasso ricorda anche che è servita anche «dal punto di visto scientifico: le colate rapide di piroclasti sui calcari erano poco studiate, oggi lo sono e abbiamo compreso anche i collegamenti diretti con la piovosità».

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Su come intervenire tanto a Sarno quanto a Ischia, c'è ancora molta nebbia: «Non ci sono sufficienti finanziamenti per consolidare le aree in frana, ma non ci sono neanche le idee chiare per pianificare a lungo termine. Una spinta viene dalla legge regionale 13/2022 nata proprio dagli eventi ischitani, per chi ha edifici in aree a rischio idrogeologico che vogliono delocalizzare, possono farlo in un'altra area stabile aumentando fino al 50% la volumetria esistente. Il ragionamento è ottimo: si creano le basi per far cambiare mentalità». Tuttavia idee più concrete dovrebbero essere altre per il presidente Grasso: «Gli eco bonus dovrebbero essere dati solo dopo che un edificio è stato messo in regola con l'antisismica, mentre si potrebbero creare finanziamenti per mitigare il rischio idrogeologico. Non possiamo ritrovarci una casa a risparmio energetico ma che con un sisma o una frana viene giù. Questa gradualità degli interventi non viene considerata ed è un errore». 

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