Convalidati gli arresti di Alfonso e Carmine Irno, padre e figlio, accusati di aver picchiato quattro poliziotti e quattro carabinieri durante un’operazione di controllo del territorio. E, se Alfonso resterà ai domiciliari, al figlio il gip Annamaria Ferraiolo ha concesso l’obbligo di dimora a Salerno e di presentazione in caserma, agli orari che i carabinieri stabiliranno. Dopo la sparatoria presso il bar G&g di via degli Etruschi e il ferimento di Giovanni Avallone, gli agenti della Squadra mobile (diretti dal vicequestore Gianni Di Palma) e i carabinieri della compagnia Salerno (diretti dal maggiore Antonio Corvino, tra i feriti assieme al suo vice tenente Gianluca Girardo) hanno avviato una serie di controlli. Il primo ad essere sottoposto a verifiche, Alfonso Irno, in quanto residente a trecento metri dal bar dove era avvenuta la sparatoria e personaggio già noto alle forze dell’ordine. Doveva essere un controllo come tanti, di routine nel caso di episodio criminale, invece si è trasformato in un atto di violenza contro le forze dell’ordine.
La perquisizione domiciliare a casa di Alfonso Irno è stata affidata, nell’ottica di una ripartizione di competenze nella massima collaborazione tra le forze di polizia, ai carabinieri. L’biettivo: effettuare una perquisizione e verificare il possesso di armi. Padre e figlio (entrambi difesi dall’avvocato Stefania Pierro) non erano in casa. È stata la moglie-mamma a chiamarli e dir loro di rincasare perchp c’erano i militario.
Alfonso e Carmine Irno sono così stato portati in caserma e la loro disavventura si è conclusa alle 4 del mattino. Nel corso dell'interrogatorio di garanzia i due hanno ammesso tutti gli addebiti. Alfonso ha detto di essersi innervosito nel vedere i carabinieri perquisire la propria casa e la moglie discutere animatamente con loro. Il figlio Carmine, invece, ha detto di aver reagito perché ha visto il padre innervosirsi dopo che la madre e la sorella si erano impaurite.