L'urlo degli studenti di Salerno:
«Respiriamo veleni»

L'urlo degli studenti di Salerno: «Respiriamo veleni»
di Clemy De Maio
Sabato 28 Settembre 2019, 06:10 - Ultimo agg. 07:25
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Chiara D’Aniello ha due alberi disegnati sulle gote. Viene da Pagani, dal liceo Galizia, e spiega che l’ambientalismo lo ha introitato da bambina: «I genitori mi hanno insegnato che l’inquinamento è sbagliato, ma ora voglio fare di più. Gli adulti non fanno niente, tocca a noi mobilitarci». Sara Cioffi, liceo De Sanctis di Salerno, porta una mascherina nera sulla bocca: «Adesso può sembrarvi strana, ma presto potremmo tutti essere costretti a indossarla. Noi lottiamo per poter respirare aria pulita». In piazza Vittorio Veneto, dove “Fridays for future” ha concentrato il raduno prima del corteo che ieri mattina ha attraversato il centro della città, i ragazzi arrivano da ogni angolo. Molti si sono disegnati strisce verdi sulle guance, qualcuno si è dipinto le mani, scendono a frotte dalle scale della stazione ferroviaria e si appoggiano ai muri per scrivere gli ultimi cartelli in cartone riciclato. Sono gli emuli di Greta, icona mondiale della battaglia contro i cambiamenti climatici, ma dallo scorso anno sono cresciuti in numero e in consapevolezza. Parlano di Amazzonia e surriscaldamento globale ma anche di piccole azioni concrete, di cicche di sigarette da raccogliere e degli incendi che hanno bruciato rifiuti e distrutto colline a ridosso delle loro case. Romano Carabotta è di Battipaglia: «La mia città la stanno ammazzando - dice - con i roghi ci hanno fatto respirare diossina. Il mio non è neanche un grido d’aiuto, perché non ne abbiamo più la forza, è un bisbigliare per chiedere pietà per la mia terra, perché non voglio abbandonarla». Dal “Perito Levi” di Eboli arrivano Sara Gioia, Gaia Carrafiello, Marta Tambasco: «Questa manifestazione è solo l’inizio - annunciano - continueremo davanti al Comune di Battipaglia».

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