Salerno: polemiche su largo Plebiscito, assalto alla Ztl «Il divieto va segnalato»

I cittadini di Salerno chiedono maggiore segnalazione del divieto e nuove regole: i furbi sanno come aggirarlo

Largo Plebiscito
Largo Plebiscito
di Brigida Vicinanza
Mercoledì 17 Aprile 2024, 06:30 - Ultimo agg. 12:50
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«Vale più l’incasso dopo una sanzione o la sicurezza dei cittadini e residenti con la conseguente bella figura da parte della città di Salerno sulla gestione della zona traffico limitato?». A chiederselo, ancora una volta, sono i residenti del centro storico della città di Arechi. Soprattutto quelli che abitano nei pressi del famoso largo del Plebiscito, da tempo terra di nessuno. Anzi, terra di «una mancata segnalazione ztl su Google Maps» che fa arrivare indiscriminatamente automobili di turisti e cittadini che non conoscono la zona e – giustamente – vengono sanzionati per l’accesso laddove è vietato. I metodi e le (pessime) abitudini per eludere i controlli oramai sono conosciuti ma sembra che a vincere siano proprio questi ultimi – a detta dei residenti esasperati – e non il deterrente delle multe e gli accessi illegali di chi (seppur si arma di inciviltà) spesso non conosce il divieto e non riesce a scorgere l’unico varco indicato dal solo cartello fisico e non da quello che aggancia la cosiddetta “cella Google” da collegare ai dispositivi elettronici che segnalano anzitempo i divieti. E così, parcheggio indiscriminato, soste non autorizzate, auto in coda e passaggi che mettono a serio rischio i pedoni. Ancora una volta, come oramai succede da più di due anni. Sì, perché i residenti – dopo svariate richieste – attendono ancora una soluzione ad un problema che parte da lontano. La segnaletica (non luminosa e quindi di difficile aggancio alle celle di telefonia e connessione internet) non permette ai cosiddetti navigatori stradali di indicarne la presenza. I residenti avevano chiesto a gran voce e più di un anno fa all’amministrazione comunale e al comandante della polizia municipale che venisse sistemata la situazione soprattutto ai due varchi di via Monterisi e via San Michele che permettono direttamente l’ingresso in zona Duomo. Richieste rimaste inascoltate.

LE VOCI
«Ben vengano le multe ma oramai tutti hanno capito, anzi pare sia fatto proprio di proposito a questo punto, che si può passare comunque di là e parcheggiare.

Che poi prendano la multa poco importa, lo scopriranno soltanto dopo, magari dopo specifica richiesta a noi residenti costretti sempre a dire che quella è zona a traffico limitato e l’accesso e la sosta sono consentiti solo ai residenti – avevano sottolineato già alcuni cittadini - una vergogna che va avanti da anni, anche apporre un cartello più visibile diventa difficile in questa città e poi facciamo proprio una brutta figura, significa che non c’è un’adeguata organizzazione».

A sollevare ancora molti dubbi uno dei portavoce dei residenti della zona, Vittorio Ruggiero: «Oramai sembra che si faccia finta di non sapere, pur sapendo perché si incassa, è un introito puro forse. Anche domenica pomeriggio ci sono stati tantissimi accessi, per non parlare del venerdì notte e del sabato quando le auto entrano solo da quel varco ed entrano nel centro storico perché negli altri varchi è segnalata la ztl col cartello luminoso. La giustificazione oramai è che c’è il cartello in ferro e di conseguenza dovrebbero vederlo. Domenica turisti mi hanno fatto vedere come Google Maps indica prettamente quell’ingresso mentre vieta gli altri varchi. Il problema della mancata installazione del cartello luminoso qual è? È una cosa grave, perché adesso fanno tutti una figuraccia. Fioccheranno i ricorsi contro le multe. Nessuno ha ascoltato i nostri appelli – ha sottolineato – le macchine che entrano sono tutte di persone non autorizzate. È una questione anche di immagine della città. Anziché chiedersi perché avvengono tanti accessi illegali, ci si chieda come avvengono a fronte dell’assenza del segnale luminoso che possa agganciarsi a Google Maps come avviene per tutti gli altri varchi». Segnalazioni fatte e che vanno avanti da tre anni: «A nessuno importa, a quanto pare. O ci sono altri interessi?».

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